domenica 3 maggio 2009

METODO MCKENZIE

Metodo McKenzie

Il metodo di Diagnosi e Terapia Meccanica McKenzie è un ottima terapia per il dolore lombare, cervicale e toracico anche irradiato verso l'arto superiore o inferiore.

Si basa su alcuni concetti in cui esiste evidenza scientifica:

  1. Esercizio terapeutico
  2. Correzione posturale
  3. Educazione
  4. Manipolazioni (si eseguono solo in pochi casi).


Il primo trattamento consiste in una valutazione accurata dei sintomi del paziente per accertarsi che questa terapia possa far guarire o attenuare i sintomi e per capire la terapia più adatta da impostare.
Il paziente dovrà continuare a casa l'esecuzione di esercizi e la modifica di posture.
In questo modo riesce a “curarsi da solo”, evitando di assumere farmaci che danno sollievo temporaneo.
E' sufficiente un controllo a settimana per verificare l'andamento dei sintomi, la correttezza nell'esecuzione degli esercizi e l'eventuale modifica del trattamento.



IL DOLORE LOMBARE.

Gli esercizi possono essere in:
Flessione; quando le spalle si avvicinano alle ginocchia.
Estensione; consiste nell'inarcare la schiena indietro come per guardare in alto.
Scivolamento laterale; si inclina la schiena da una parte o dall'altra con le braccia distese lungo i fianchi.
Il terapista può applicare forze aggiuntive, mobilizzazioni o manipolazioni se gli esercizi svolti dal pazienti non fossero sufficienti.

Il dolore meccanico si suddivide in 3 sindromi:

  1. Derangement
  2. Disfunzione
  3. Posturale


La sindrome da derangement è la più diffusa e corrisponde a uno spostamento di una parte del disco vertebrale che ostacola il movimento.
Alcuni movimenti ripetuti e posizioni statiche migliorano i sintomi o li centralizzano, cioè se il dolore si estende anche all'arto inferiore con la terapia tende a scomparire su coscia e gamba pur restando nella zona lombare.
Questo è un ottimo risultato, spesso accompagnato da un miglioramento dell'ampiezza del movimento.
Altri movimenti, invece, causeranno un peggioramento dei sintomi o una periferalizzazione, cioè un peggioramento del dolore all'arto inferiore oppure un'estensione verso il piede.
In quest'ultimo caso bisogna cambiare questo movimento o posizione.
La maggiora parte dei pazienti ottiene beneficio da posizioni ed esercizi in estensione.

La sindrome da disfunzione è presente in pazienti con tessuti molli retratti, cicatrici o aderenze, che in certi movimenti vengono allungati e danno dolore.
I sintomi sono provocati nell'ultima parte di alcuni movimenti, per esempio una disfunzione in flessione dà fastidio solo quando le ginocchia sono nella posizione più vicina alle spalle.
A riposo il paziente sta sempre bene.
La terapia consiste nella ripetizione dei movimenti che provocano dolore fino a rendere i tessuti più elastici.

La sindrome posturale è presente in pazienti con età minore di 30 anni, causato dal mantenimento di posture che mettono in tensione i tessuti molli.
Generalmente questo dolore è causato da una posizione seduta scorretta con la testa in avanti, ipercifosi dorsale e ridotta lordosi lombare.
I soggetti interessati da questa sindrome hanno uno stile di vita sedentario oppure praticano sport e appena finiscono l'attività si mettono in pessime posizioni (stravaccati).
Dopo l'attività fisica è più facile avere questo disturbo perché i tessuti sono facilmente deformabili.
A riposo i pazienti non avvertono sintomi.

La terapia consiste nella correzione posturale, esercizi da svolgere durante la giornata e nel cambiamento di alcune abitudini del paziente.

E' importante impostare un programma terapeutico personalizzato perché possono esserci differenze anche tra pazienti con la stessa sindrome.
Alcuni potrebbero avvertire dolore assumendo posture in carico, mentre altri potrebbero avere problemi a rimanere in certe posizioni per molto tempo.
Per qualunque domanda chiedi al Dr. Defilippo nel suo forum.


Le controindicazioni sono:

  1. Neoplasie.
  2. Perdita di peso corporeo.
  3. Dolore in qualunque momento della giornata, con intensità maggiore a riposo
  4. Pessimo stato di salute.
  5. Assenza di riflessi/patologie neurologiche.
  6. Pazienti in cura con cortisonici da molto tempo.
  7. Tossico dipendenti (solo droghe iniettate).
  8. Frattura anche se solo presunta dopo un trauma.
  9. Nessun tipo di movimento o posizione migliora i sintomi.
  10. L'età è una controindicazione relativa perché oltre i 60 anni spesso i pazienti hanno altre patologie che possono causare dolori lombari.
  11. Malattie reumatiche in stato acuto.

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