sabato 12 dicembre 2009

Le patologie del piede, spiegazioni e trattamento

INDICE

La Spina calcaneare

Che cos'è?

La Spina o Sperone calcaneare è una esostosi, vale a dire una neoformazione benigna di osso nella zona inferiore del tallone.
E' più facile che si formi a livello mediale del calcagno piuttosto che laterale.
La spina calcaneare in sé non è dolorosa, esattamente come gli osteofiti che si formano nelle articolazioni con artrosi, inoltre il suo sviluppo è molto lento, almeno una decina di anni.
Questa esostosi è causata dall'infiammazione dell'inserzione della fascia plantare sul tallone (entesopatia) con conseguente deposito di sali di calcio.
A lungo termine questo accumulo di sali di ossidato di calcio a livello del tallone porta alla formazione della Spina calcaneare.
Le cause dell'infiammazione della fascia plantare possono essere reumatologiche: artrite reumatoide, gotta, ecc oppure di tipo posturale: piede cavo, piatto, retropiede valgo.

I pazienti che si sono presentati in ambulatorio con la diagnosi di sperone calcaneare erano adulti e portavano tutti le scarpe antinfortunistiche al lavoro, infatti anche la calzatura può causare lo sperone calcaneare.
Non tutti i miei pazienti che ne soffrivano sono sovrappeso, statisticamente solo un 40%, ma quasi tutti lavoravano in piedi.
Molti sportivi presentano tallonite a causa della Spina calcaneare, in particolare chi pratica atletica leggera, calcio, basket, tennis.

Quali sono i sintomi?
Molti terapeuti fanno l'errore di attribuire allo sperone calcaneare ogni problema del piede, convinti che il dolore possa essere causato solo da una deformazione anatomica, invece spesso non è così, per esempio può riscontrarsi una borsite o una fascite.
La Spina è una formazione ossea con la punta verso le dita, si trova generalmente nella parte infero-mediale del calcagno, il dolore si avverte in questa zona ed è di tipo puntiforme.
Durante la giornata i pazienti soffrono di più al mattino scendendo dal letto, dopo essere stati seduti per molto tempo oppure la sera dopo aver camminato molto o essere stati molto in piedi.
Il dolore viene avvertito come una fitta molto intensa che obbliga a zoppicare, ma in circa mezz'ora sparisce, per ripresentarsi alla fine di una giornata di lavoro.
Le scarpe antinfortunistiche, eleganti o con i tacchi possono intensificare i sintomi.
Va sottolineato che molti soggetti hanno la sperone calcaneare, ma sono asintomatici, si stima una percentuale intorno al 30%.


Come si effettua la diagnosi?


Per arrivare ad una corretta diagnosi è necessario rivolgersi ad un medico, il quale eseguirà un'anamnesi e un esame clinico per valutare i segni ed i sintomi.
Il dottore può prescrivere degli esami strumentali, generalmente la radiografia sotto carico perché riesce ad evidenziare la presenza di una spina calcaneare.
Una risonanza magnetica o un'ecografia danno un quadro più approfondito perché mostrano eventuali ematomi, edemi, ispessimenti della fascia plantare o lesioni.

Qual'è la terapia più adatta?
E' consigliabile il riposo soprattutto per gli sportivi che tendono ad aggravare l'infiammazione.
Per eliminare il dolore la terapia migliore è un ciclo di Ultrasuoni da 1 Mhz perché penetrano più in profondità rispetto a quelli da 3 Mhz, oltre ad esercizi di stretching.
Alcuni specialisti (ortopedici e fisiatri) consigliano di eseguire l'Ultrasuono in immersione.
Per evitare recidive è necessario cambiare le scarpe che hanno provocato la formazione dello sperone o inserire dei plantari che sostengano la volta longitudinale per correggere l'iperpronazione del piede.
Generalmente dopo un ciclo di terapie non si avvertono più i sintomi, ma nei casi più resistenti sono necessarie alcune sedute di Onde d'Urto eseguite con dei macchinari appositi che non rompono lo sperone, ma causano neoangiogenesi e microemorragie che migliorano molto o risolvono la situazione.
In alternativa si può procedere con un infiltrazione di farmaci a base di cortisone, anche se possono esserci effetti indesiderati come l'indebolimento dei tessuti molli sotto al calcagno.
Può essere d'aiuto il dimagrimento nei soggetti obesi, mentre è di poca rilevanza la tallonetta morbida per attutire gli urti.
L'intervento chirurgico di osteotomia con asportazione della spina calcaneare è l'ultima opzione sia per i rischi che per le scarse possibilità di guarigione.


La Fascite Plantare

Che cos'è?
La fascia plantare è una spessa fascia (tessuto connettivo fibroso) che parte dal calcagno e si inserisce sulle falangi prossimali delle dita.
I soggetti più colpiti sono gli adulti obesi e chi pratica sport.

Quali sono i segni e i sintomi?
Il dolore si sente appoggiando il peso corporeo o durante il movimento di dorsiflessione del piede.
Il dolore si avverte dall'origine della fascia plantare fino alla parte anteriore del piede.

Come si effettua la Diagnosi?
Per la diagnosi serve un esame obiettivo ed eventualmente un ecografia.

Qual'è la terapia più adatta?
Per gli sportivi è fondamentale il riposo, se si continua a gareggiare ed allenarsi si rischia di peggiorare la situazione.

Ci sono diverse terapie fisiche efficaci per il dolore, il Laser CO2, gli Ultrasuoni e la Tecar Terapia in modalità resistiva.
Se queste terapie non avessero successo, ci sono due possibilità:
  • Le onde d'urto.
  • L'intervento chirurgico.


L'Alluce Valgo
L’alluce valgo è una deformità del piede che si vede soprattutto nelle donne anziane.

Quali sono le cause?
L’ereditarietà è la causa più importante.
Le scarpe sono un fattore di rischio importante per l’alluce valgo acquisito, se sono strette in punta spingono le dita esterne verso il centro e i tacchi alti incrementano la spinta.

Quali sono i sintomi dell'alluce valgo?
Il sintomo principale è il dolore camminando con le scarpe.
Fa male la nocetta infiammata, e può ampliarsi sulla pianta del piede.


Come si effettua la Diagnosi?
L’Alluce Valgo si vede ad occhio nudo.

Alluce Valgo operato a tre settimane dall'intervento, l'alluce è dritto.
Questa foto è scattata prima di effettuare una settimana di Tecar Terapia;.




Qual è la terapia?
Di solito la Laser CO2 terapia toglie l'infiammazione in poche sedute, se la paziente sta a riposo.
Se non fosse sufficiente, l'alternativa è l'intervento chirurgico.

La Metatarsalgia

Metatarsalgia significa dolore nella zona del piede più vicina alle dita.

Quali sono i sintomi?
Il paziente generalmente riferisce un forte dolore nell’avampiede, generalmente sotto la pianta, ma può comparire anche nella regione dorsale del piede.
I sintomi peggiorano camminando e alla fine di una giornata lavorativa in piedi, invece quando si sta seduti o sdraiati non dà fastidio.


Come si diagnostica la metatarsalgia?
Serve un esame obiettivo dell'ortopedico o del fisiatra.
Gli esami strumentali che può prescrivere il dottore sono:
  1. Radiografia per evidenziare fratture o altri disturbi ossei.
  2. L'ecografia mostra il neuroma di morton se è presente.
  3. La baropodometria è un esame che mostra se il paziente appoggia il peso soprattutto da una parte.
Qual è la terapia più adatta?
Gli sportivi colpiti da questa sindrome dolorosa dovranno concedersi un periodo di riposo o sostituire la corsa con altre attività (nuoto, ciclismo).
Per eliminare il dolore generalmente si consigliano terapie fisiche (laser CO2, ultrasuoni in immersione, ecc.) oppure una terapia manuale.


domenica 3 maggio 2009

LASER TERAPIA

Laser Terapia

Laser significa amplificazione della luce attraverso l’emissione stimolata di radiazioni.
Ogni apparecchio contiene un mezzo attivo che può essere:

  1. Solido, 
  2. Liquido,
  3. Gassoso.

Gli atomi di questa sostanza vengono colpiti da un fascio di elettroni e si eccitano, a loro volta emettono altri fotoni per tornare allo stato di riposo.
La caratteristica del laser è l’amplificazione dell’energia che arriva ad un alta intensità su una superficie molto piccola.
I laser si classificano in base alla potenza, ad esempio quelli a elio-neon o diodo semiconduttore sono a bassa potenza o soft-laser, mentre altri come ad esempio quelli Yag o Co2 sono ad alta potenza o power-laser.

Il laser CO2 che si vede nell’immagine ha 6 watt ed ha un fortissimo effetto termico, il terapista deve tenere sempre in movimento il manipolo.
Gli effetti del laser sono: antalgico, antinfiammatorio, biostimolante e decontratturante.
Questa terapia è indicata per tendinite, distorsione alla caviglia o al ginocchio, artrosi, infiammazione, edema, alluce valgo, ulcere e piaghe.

METODO MCKENZIE

Metodo McKenzie

Il metodo di Diagnosi e Terapia Meccanica McKenzie è un ottima terapia per il dolore lombare, cervicale e toracico anche irradiato verso l'arto superiore o inferiore.

Si basa su alcuni concetti in cui esiste evidenza scientifica:

  1. Esercizio terapeutico
  2. Correzione posturale
  3. Educazione
  4. Manipolazioni (si eseguono solo in pochi casi).


Il primo trattamento consiste in una valutazione accurata dei sintomi del paziente per accertarsi che questa terapia possa far guarire o attenuare i sintomi e per capire la terapia più adatta da impostare.
Il paziente dovrà continuare a casa l'esecuzione di esercizi e la modifica di posture.
In questo modo riesce a “curarsi da solo”, evitando di assumere farmaci che danno sollievo temporaneo.
E' sufficiente un controllo a settimana per verificare l'andamento dei sintomi, la correttezza nell'esecuzione degli esercizi e l'eventuale modifica del trattamento.



IL DOLORE LOMBARE.

Gli esercizi possono essere in:
Flessione; quando le spalle si avvicinano alle ginocchia.
Estensione; consiste nell'inarcare la schiena indietro come per guardare in alto.
Scivolamento laterale; si inclina la schiena da una parte o dall'altra con le braccia distese lungo i fianchi.
Il terapista può applicare forze aggiuntive, mobilizzazioni o manipolazioni se gli esercizi svolti dal pazienti non fossero sufficienti.

Il dolore meccanico si suddivide in 3 sindromi:

  1. Derangement
  2. Disfunzione
  3. Posturale


La sindrome da derangement è la più diffusa e corrisponde a uno spostamento di una parte del disco vertebrale che ostacola il movimento.
Alcuni movimenti ripetuti e posizioni statiche migliorano i sintomi o li centralizzano, cioè se il dolore si estende anche all'arto inferiore con la terapia tende a scomparire su coscia e gamba pur restando nella zona lombare.
Questo è un ottimo risultato, spesso accompagnato da un miglioramento dell'ampiezza del movimento.
Altri movimenti, invece, causeranno un peggioramento dei sintomi o una periferalizzazione, cioè un peggioramento del dolore all'arto inferiore oppure un'estensione verso il piede.
In quest'ultimo caso bisogna cambiare questo movimento o posizione.
La maggiora parte dei pazienti ottiene beneficio da posizioni ed esercizi in estensione.

La sindrome da disfunzione è presente in pazienti con tessuti molli retratti, cicatrici o aderenze, che in certi movimenti vengono allungati e danno dolore.
I sintomi sono provocati nell'ultima parte di alcuni movimenti, per esempio una disfunzione in flessione dà fastidio solo quando le ginocchia sono nella posizione più vicina alle spalle.
A riposo il paziente sta sempre bene.
La terapia consiste nella ripetizione dei movimenti che provocano dolore fino a rendere i tessuti più elastici.

La sindrome posturale è presente in pazienti con età minore di 30 anni, causato dal mantenimento di posture che mettono in tensione i tessuti molli.
Generalmente questo dolore è causato da una posizione seduta scorretta con la testa in avanti, ipercifosi dorsale e ridotta lordosi lombare.
I soggetti interessati da questa sindrome hanno uno stile di vita sedentario oppure praticano sport e appena finiscono l'attività si mettono in pessime posizioni (stravaccati).
Dopo l'attività fisica è più facile avere questo disturbo perché i tessuti sono facilmente deformabili.
A riposo i pazienti non avvertono sintomi.

La terapia consiste nella correzione posturale, esercizi da svolgere durante la giornata e nel cambiamento di alcune abitudini del paziente.

E' importante impostare un programma terapeutico personalizzato perché possono esserci differenze anche tra pazienti con la stessa sindrome.
Alcuni potrebbero avvertire dolore assumendo posture in carico, mentre altri potrebbero avere problemi a rimanere in certe posizioni per molto tempo.
Per qualunque domanda chiedi al Dr. Defilippo nel suo forum.


Le controindicazioni sono:

  1. Neoplasie.
  2. Perdita di peso corporeo.
  3. Dolore in qualunque momento della giornata, con intensità maggiore a riposo
  4. Pessimo stato di salute.
  5. Assenza di riflessi/patologie neurologiche.
  6. Pazienti in cura con cortisonici da molto tempo.
  7. Tossico dipendenti (solo droghe iniettate).
  8. Frattura anche se solo presunta dopo un trauma.
  9. Nessun tipo di movimento o posizione migliora i sintomi.
  10. L'età è una controindicazione relativa perché oltre i 60 anni spesso i pazienti hanno altre patologie che possono causare dolori lombari.
  11. Malattie reumatiche in stato acuto.

Massaggio terapeutico

IL MASSAGGIO TERAPUETICO

Il massaggio terapeutico o massoterapia è un trattamento medico nato nell’antichità come terapia per il dolore, la rigidità muscolare e lo stress.
La caratteristica fondamentale è la capacità di produrre i suoi effetti sul corpo ma anche sulla mente e di trasmettere un piacevole benessere psico-fisico.
Esistono diversi tipi di massaggio: trasverso profondo, connettivale, sportivo, anticellulite, linfodrenaggio ecc., in ambito fisioterapico il più diffuso è il tipo “classico” o “svedese” che ha un effetto decontratturante.
Ci sono dei lettini e delle sedie apposite per mettere il paziente nella posizione più comoda ed ergonomica.


Il massaggio terapeutico “svedese”:
Creato da Pehr Henrik Ling (1776-1839) in Svezia, consiste in una serie di manovre: sfioramento, impastamento, frizione ecc che migliorano la circolazione sanguigna e linfatica, sciolgono le contratture muscolari ed attenuano le aderenze tra i muscoli superficiali e quelli profondi.
Si può trattare tutto il corpo o solamente certe zone, in questo caso generalmente si esegue sul collo, sulla schiena e sulla coscia (quadricipite).
Le mani del fisioterapista devono muoversi nella direzione delle fibre dei muscoli superficiali, seguendo il senso della circolazione venosa, cioè verso l’atrio destro del cuore.
Per la mia esperienza, il massaggio terapeutico che porta i migliori risultati e che i pazienti preferiscono è intenso e profondo, ma non bisogna usare la forza per non fare male a chi lo riceve.
Questa terapia dà ottimi risultati nel trattamento di cervicalgia e lombalgia, diminuisce la rigidità e il dolore per eccessivo stress o tensione emotiva e attenua i sintomi dell’infiammazione.
I pazienti che soffrono di cefalea muscolo-tensiva derivata dalla tensione al collo quando ricevono il massaggio terapeutico cervicale di solito riferiscono anche l'attenuazione del dolore.
E’ utilizzato per il trattamento delle cicatrici perchè contrinuisce a sciogliere le aderenze tissutali rendendo più morbido e fluido il movimento.

Per l’esecuzione del massaggio preferisco evitare l’uso di olii o creme, così posso scaldare maggiormente la parte trattata migliorando la circolazione del sangue (ipertermia). Se il paziente ha superato i 50 anni ha una pelle più delicata e quindi spalmo alcune gocce d’olio per evitare lacerazioni.
Oltre ai benefici sul corpo, ha un effetto rilassante in particolare per le persone emotive e ansiose, milgiora l’umore e libera dalle preoccupazioni quotidiane e dallo stress.
Il fisioterapista deve assumere una postura comoda ed è importante che esegua questo trattamento con delicatezza e con il piacere di farlo.



Gli effetti diretti sono:
· favorisce la circolazione accelerando il rifornimento di ossigeno e sostanze nutrienti e la rimozione delle scorie metaboliche nelle zone trattate;
· ha azione decontratturante sui muscoli;
· favorisce il sistema immunitario, perchè stimola il circolo linfatico, il quale elimina virus, batteri, scorie, tossine ecc.;
· contribuisce a sciogliere le aderenze dei tessuti superficiali rispetto ai più profondi;
· a livello dei nervi innalza la soglia del dolore e velocizza la conduzione nervosa;
· sviluppando calore a livello della zona trattata produce le conseguenze tipiche della termoterapia (vasodilatazione, ipertermia, accelerazione delle reazioni biochimiche cellulari e aumento della distensibilità delle fibre collagene dei tendini).



Le Principali manovre sono:

  1. lo Sfioramento; si fa scivolare il palmo della mano sul paziente.
  2. L’impastamento è simile all'impasto della sfoglia per cucinare.
  3. La frizione è una pressione accompagnata da un movimento circolare.
  4. La vibrazione: si appoggia la mano e si vibra.
  5. Il Pince-Roulè si effettua tenendo sollevata una plica di pelle e camminando sul corpo del paziente con le dita.

Il massaggio terapeutico necessita di una visita medica preliminare per indivi­duare la presenza d’eventuali controindicazio­ni alla sua utilizzazione.
Hai un dubbio? Chiedi al Dr. Defilippo nel forum di fisioterapia.

Le controindicazioni sono di 2 tipi: generali o locali, cioè solo nella zona trattata.

Generali
· Febbre alta,
· Ipertensione (Pressione alta),
· Malattie infettive.

Sindrome del Piriforme


Il più grande nemico dei pazienti con la Sindrome del Muscolo Piriforme è la scarsa conoscenza di questa patologia.
Da uno studio di Silver e Leadbetter (1998) risulta che su 65 medici intervistati il 7% ritiene che non esista e il 21% non sa rispondere alla domanda “cos’è?”, o mostra perplessità sull’argomento.
Questo è il motivo per cui spesso questa sindrome non è diagnosticata oppure viene scambiata per lombosciatalgia.

Il muscolo piriforme è un muscolo sottile di forma simile a un triangolo, suddiviso in 3 fasci, origina dall’osso sacro a livello S2 - S4, è l'unico muscolo che origina direttamente sull'osso sacro
Decorre in senso orizzontale ed obliquo verso il basso, inferioremente al muscolo piccolo gluteo e superiormente ai muscoli gemelli e otturatore interno.
Il tendine del piriforme si inserisce sulla parte superiore del grande trocantere.

Può essere soggetto a fenomeni ipertrofici e di irrigidimento, fenomeni che possono scatenare la cosiddetta sindrome del muscolo piriforme (o, più comunemente, sindrome del piriforme).
Questa sindrome colpisce soprattutto le femmine (rapporto 6:1 rispetto ai maschi), nei casi più gravi può essere invalidante, tanto da limitare le attività quotidiane.


Questo muscolo svolge l'extrarotazione del femore con l’anca in posizione neutra in scarico, mentre lo abduce con anca flessa a 90°.
Nell’80-90% dei soggetti il nervo sciatico decorre anteriormente al piriforme, nel 10/15% il nervo sciatico attraversa in tutto o in parte il muscolo piriforme oppure si divide nella parte peroniera e in quella tibiale che passano posteriormente e anteriormente al muscolo.


Sciatica da "intrappolamento", non discale
La sciatica può essere causata dalla sindrome del muscolo piriforme, ossia intrappolamento del nervo sciatico mentre passa adiacente al muscolo.
Il test Lasegue di solito è negativo, ma i movimenti contro resistenza in abduzione o adduzione provocano dolore.
Se il dolore raggiunge il ginocchio, alcuni pazienti hanno una deambulazione con zoppia perché ad ogni passo provano dolore in quella zona, ma nella maggioranza dei soggetti stare in movimento o camminare dà sollievo.




Il dolore sciatalgico può essere causato da un'ernia del disco, una massa tumorale, stenosi lombare, un'ematoma interno dei muscoli ischio-crurali (semimembranoso, semitendinoso e bicipite femorale) o dal muscolo piriforme che in caso di infiammazione aumenta di volume e comprime il nervo sciatico, provocando dolore al gluteo e all’arto inferiore.
La frequenza è maggiore di quanto non si pensi, in uno studio compiuto su 240 pazienti con dolore lungo il decorso dello sciatico, nel 43% la causa era la Sindrome del Piriforme.

Spesso si confonde l’Ernia del Disco con la Sindrome del Piriforme perché entrambe danno dolore lungo il decorso del nervo sciatico.
E’ possibile confondere questo dolore anche con quello provocato dalla degenerazione e fissurazione del disco intervertebrale nella sua componente esterna (anulus fibroso), infatti i sintomi si avvertono sulla zona più alta del gluteo e sulla cresta iliaca.
Raramente si assiste all’intrappolamento del nervo pudendo nella tuberosità ischiatica.

In presenza della Sindrome del Piriforme, c’è ipertrofia del muscolo oppure iperintensità dello sciatico.
Il dolore da compressione dello sciatico può essere dato dallo schiacciamento verso la zona esterna del grande forame ischiatico o dal soffocamento tra i fasci del Piriforme.

La differenza tra Sindrome del Piriforme e Lombo-Sciatalgia sta nella zona di partenza del dolore, nel primo caso inizia dalle vertebre sacrali, ma in quella zona è minima, mentre nel secondo il dolore parte a livello lombare con forte dolore, soprattutto nel movimento di estensione sotto carico.

Le cause

La causa più frequente sembra il trauma diretto o micro traumi ripetuti al gluteo che provocano aderenze cicatriziali in quell’area, può essere causata anche da dismetria degli arti inferiori, intervento chirurgico all’anca, postura scorretta che mantiene il muscolo in tensione o miofibrosite che irrigidisce il Piriforme
Gli sportivi difficilmente soffrono di questa sindrome, podisti e ballerini sono gli atleti più a rischio.




Diagnosi
Di norma per diagnosticare la Sindrome del Piriforme è sufficiente eseguire un esame clinico, esistono alcuni test da effettuare:
Il test di Freiberg si esegue con il paziente sdraiato prono sul lettino e consiste nella rotazione interna dell’anca portando il ginocchio verso l’esterno.
Il test di Pace e Nagle si esegue con il paziente seduto con le gambe fuori dal lettino che esegue abduzione ed extrarotazione isometrica delle anche contro resistenza.
La palpazione del gluteo a livello del’inserzione sul grande trocantere e la pressione al centro del ventre muscolare che sono i punti più dolorosi in cui generalmente, il paziente che soffre di questa sindrome, “salta”.
Esistono altri test usati per la diagnosi: il test di Saudek e il test di Mirkin

Cosa fare? Il trattamento

Ci sono tanti tipi di cure di questa patologia, si possono assumere farmaci o trattamenti fisioterapici.
I farmaci di prima scelta sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e i miorilassanti, alcuni medici prescrivono anche anestetici o cortisonici.

Le terapie fisiche consigliate sono gli Ultrasuoni e le onde d'urto, in meno di 10 sedute generalmente i sintomi scompaiono, la terapia non è dolorosa e non ha le controindicazioni tipiche dei farmaci.
E’ utile eseguire dei movimenti di extrarotazione mentre si svolge la terapia strumentale per aumentare la temperatura del muscolo e quindi la circolazione sanguigna.
Tra le terapie fisiche anche la tecarterapia è efficace nel trattamento della sindrome del piriforme in 10/12 sedute, ma solo se si utilizza il manipolo per effettuare un forte massaggio, simile al rolfing.

Un'altra terapia è il massaggio trasverso profondo e lo stretching, dolorosi per il paziente e non sempre risolutivi.

La ripresa dell'attività sportiva (o lavorativa) deve avvenire in modo graduale.
E’ buona norma non tenere il portafogli nella tasca dei pantaloni, soprattutto se molto spesso e nelle ore di sonno bisognerebbe posizionare un cuscino tra le ginocchia per mantenere il muscolo rilassato.
Hai un dubbio? Chiedi al Dr. Defilippo nel suo forum di fisioterapia.

Non esistono studi sull’efficacia del massaggio muscolare del Piriforme, ma questa terapia ha effetto decontratturante e rilassante, quindi riesce a ridurre la pressione sul nervo sciatico, inoltre può scollare le aderenze cicatriziali.
L’unico aspetto negativo è il dolore durante il trattamento.

Dolore al collo

Cervicalgia: principali quadri patologici


Si parla di cervicalgia per indicare il dolore al collo, ma certe patologie cervicali possono colpire il braccio con fitte, formicolio e ipostenia oltre al capo con cefalea muscolo tensiva.
Nei casi più gravi, i sintomi possono comprendere anche nausea e vertigini.
Cervicalgia, quindi, non è una diagnosi, le cause possono essere svariate, spesso è dovuta a cattiva postura, sedentarietà e stress.
Nell’arco della vita, circa l’80% della popolazione soffre di dolori cervicali, statisticamente colpisce più le femmine che i maschi.
I pazienti che si presentano in ambulatorio generalmente hanno delle contratture nei muscoli del collo e delle spalle, cioè una contrazione muscolare, involontaria e persistente, palpabile al tatto.

Il dolore e la tensione in questa zona portano limitazione dei movimenti e quindi peggiora la qualità della vita.
Alcuni pazienti giovani, quando muovono il collo, sentono come uno scatto e le ossa che “scrocchiano”, ma non c’è da preoccuparsi perché questo è dovuto solo a bollicine di azoto che si rompono all'interno della capsula articolare delle articolazioni.

In tarda età, a causa dell’artrosi, la cartilagine si assottiglia e le ossa di un articolazione sono più vicine, quindi possono scricchiolare durante il movimento.
La cervicalgia dovuta a colpo di freddo scompare da sola in pochi giorni, a volte, invece, il dolore è legato a spasmi muscolari di difesa; ad un trauma o movimento improvviso che ha causato una sub-lussazione di una vertebra cervicale.

Cause più frequenti di dolore e perdita della motilità del rachide cervicale.


Tra le varie cause di dolore cervicale, quelle sensibili al trattamento riabilitativo sono:

· Cervicalgia posturale
Le alterazioni dell’assetto posturale sono la più comune causa di cervicalgia. Un’anamnesi attenta ed un accorto esame clinico possono essere sufficienti per effettuare una diagnosi senza ulteriori indagini ed esami diagnostici.
Generalmente i pazienti hanno un’età non superiore ai 40 anni, un’occupazione di tipo sedentario; lavorano almeno 8 ore al giorno al computer oppure guidando, trascorrono il tempo libero intenti in attività di tipo non dinamico (leggono o guardano la televisione per periodi prolungati).
Dal punto di vista clinico, di solito a livello cervicale non c’è rigidità o limitazione del movimento. Se si esegue un esame radiografico non si evidenziano anomalie.
Generalmente di notte Il dolore diminuisce, ma non sparisce completamente.
La cervicalgia spesso si associa a cefalea muscolo tensiva, causata dalla tensione dei muscoli del collo.
Il dolore è continuo e molto fastidioso, ma chi ne è affetto riesce a lavorare lo stesso.

Il trattamento:
Bisogna distinguere il dolore per infiammazione da quello per tensione muscolare e contratture.
L’infiammazione in fase acuta a livello cervicale si tratta solamente con il riposo, in fase post acuta e cronica trae giovamento dal calore, ma la semplice borsa dell’acqua calda non risolve il problema.
Per evitare l’uso di farmaci, che spesso sfocia in abuso, la terapia più indicata è il laser CO2, che ha effetto antinfiammatorio, miorilassante, antalgico e anti-edema, ha poche controindicazioni: gravidanza, tubercolosi, neoplasie.

Il dolore dato dalle contratture è di gran lunga il più frequente, soprattutto nei giovani, anch’esso viene alleviato dal calore e il trattamento più indicato è il massaggio terapeutico che di norma, nelle prime tre sedute, restituisce una buona mobilità senza dolore.

Il fisioterapista associa spesso al massaggio un altra terapia chiamata Pompage che consiste nel trazionare il collo, mantenere la tensione per almeno 30 secondi e rilasciare molto lentamente. L’effetto di questa tecnica è l'aumento dello spazio intervertebrale, il paziente avverte un piacevole rilassamento e una sensazione di leggerezza a livello del collo e della testa.
Il risultato del massaggio, però, non è eterno; chi soffre di cervicalgia posturale dovrebbe utilizzare il supporto lombare quando sta seduto (vedi figura) e quello cervicale quando dorme.

Per prolungare gli effetti del trattamento, la terapia migliore è un programma di esercizi da eseguire regolarmente almeno 3 volte a settimana. La ginnastica posturale come la Neck-School o il metodo McKenzie sono i più indicati.
Io sconsiglio di effettuare 10 massaggi consecutivi in questi casi, dato che il dolore colpisce soprattutto nelle stagioni fredde, per avere un collo sano tutto l’anno è molto meglio effettuarne uno ogni 2/3 settimane, svolgere gli esercizi Mckenzie regolarmente e seguire i consigli posturali.
In caso di cervicalgia posturale il massaggio terapeutico è indicato sia in fase acuta che cronica.
Un ottimo accorgimento per chi soffre di questa patologia è dormire in posizione supina o di fianco perché la posizione prona mantiene i muscoli del collo in tensione per tutta la notte e causa delle contratture dolorose.


· Stiramento muscolare acuto (meglio conosciuto come colpo di frusta)
Lo stiramento cervicale consiste nella lesione dei muscoli e dei legamenti posteriori e laterali del collo.
La causa classica è il tamponamento automobilistico in cui l’aumento di velocità della vettura porta il collo a sbattere contro il poggia testa in iperestensione, in seguito il capo “rimbalza” in avanti causando una brusca iperflessione della colonna cervicale.

Il trattamento
In assenza di fratture o lesioni molto gravi, il collare rigido è oggi sconsigliato.
Il paziente inizia ad avvertire i sintomi nei due giorni successivi al trauma, da questo momento dovrebbe iniziare un periodo di riposo di due giorni.
Rimanere a letto o comunque immobili per un periodo di tempo superiore ai due giorni provoca rigidità muscolare e articolare, con limitazione dei movimenti.
Per ovviare a questa conseguenza il terzo giorno bisogna riprendere le attività che non provocano dolore e soprattutto iniziare la terapia.
Per la ricostruzione dei tessuti molli lesionati e per favorire il riallineamento vertebrale è necessario aumentare la circolazione sanguigna, quindi è necessario il calore per aumentare la temperatura della zona interessata.
La borsa dell’acqua calda è utile per alleviare il dolore temporaneamente, ma non risolve il problema, invece le terapie più indicate sono il laser CO2, la tecar e il massaggio terapeutico.
Dopo alcune sedute, quando il dolore e le eventuali vertigini si riducono, si può iniziare un programma di esercizi progressivo per ripristinare la funzionalità del collo e degli arti superiori.
Un altra ottima terapia che si può iniziare dopo alcune sedute è il pompage, cioè la trazione del rachide cervicale con un rilasciamento lentissimo.
E’ importante non aspettare molto prima di iniziare la terapia perché si rischia di aggiungere alla lesione anche la rigidità da immobilità.
Io consiglio di iniziare entro una settimana dal trauma, in quanto se affrontata in tempo, si può guarire con un ciclo di 10 sedute.
E’ possibile che dopo questo ciclo rimanga un leggero fastidio alla fine del movimento di inclinazione laterale della testa, invece la rotazione e la flessione generalmente si eseguono senza dolore, questi ultimi due movimenti sono i più importanti e frequenti nella vita quotidiana.


· Spondiloartrosi cervicale
E’ caratterizzata da alterazioni degenerative delle strutture osteo-legamentose, articolari e discali.
L’età è la causa primaria della spondiloartrosi insieme all’ereditarietà, disfunzioni ormonali, obesità e alcuni fattori ambientali come il tipo di lavoro.
Invecchiando, il contenuto acquoso del nucleo polposo diminuisce, quindi viene meno alla sua funzione di ammortizzatore e Il carico grava sull’anulus fibroso.
Questo processo riduce lo spessore del disco e aumenta il rischio di protrusione o ernia del disco, cioè frammenti di disco che si spostano dalla loro sede e vanno a comprimere le radici spinali o il midollo spinale.
L’eventuale pressione sulle radici nervose è accompagnata da sintomi radicolari.
Per capire meglio cosa succede, bisogna premettere che l’osso non è una realtà statica, ma si modifica lentamente per tutta la vita, anche nell’età adulta, se questo non succedesse non potremmo guarire dalle fratture.
Un fenomeno tipico è l’Osteosclerosi subcondrale cioè un addensamento di tessuto osseo nelle zone di maggiore carico alternato a quadri di rarefazioni ossee "cavità pseudocistiche o geodi".
Esiste un tipo di spondiloartrosi meno frequente a carico delle articolazioni vertebrali apofisarie, nella parte posteriore della colonna. In questo caso tra le due vertebre adiacenti è contenuta la cartilagine che tende ad assottigliarsi con l’usura.
In genere nella spondilosi si manifesta dolore al collo e alla zona occipitale.

Questa patologia colpisce quasi esclusivamente il tratto cervicale e lombare, cioè le zone più mobili del rachide.

Il trattamento
L’artrosi è una patologia cronica e degenerativa, chi ne è affetto non può guarire con le attuali terapie. Questa patologia è asintomatica nella maggior parte dei pazienti, infatti ci sono persone molto anziane con i segni dell’artrosi in tutto il corpo anche in stadio avanzato, che non sentono dolore.
Può capitare che il movimento, dei microtraumi o semplicemente il carico prolungato del peso corporeo, portino all’infiammazione dell’articolazione e quindi limitazione articolare.
La cura può essere farmacologica con analgesici o antiinfiammatori prescritti dal medico.
Per la riduzione del dolore il trattamento più indicato è il calore, in particolare il laser CO2 perchè risolve l’infiammazione dell’articolazione.
La terapia più indicata per togliere la rigidità muscolare è il massaggio terapeutico unito alla mobilizzazione passiva e allo stretching della colonna cervicale.
Il pompage e le trazioni, sono tecniche che possono velocizzare la guarigione perchè mettendo in tensione il collo, migliora la circolazione tra le vertebre, ma bisogna stare attenti ad eventuali osteofiti a becco che potrebbero comprimere le radici spinali.


· Torcicollo
Per torcicollo si intende comunemente un forte dolore al collo causato da una posizione non fisiologica prolungata per molto tempo (per esempio una persona che tiene il collo piegato o ruotato per un ora), oppure un colpo di freddo.
E’ un disturbo che provoca una forte limitazione del movimento in tutte le direzioni, ma tende a scomparire spontaneamente nell’arco di un paio di giorni.
Per velocizzare la guarigione, si possono eseguire tutte le terapie previste per la cervicalgia posturale (borsa dell’acqua calda, massaggio terapeutico) anche in fase acuta.

Esistono forme più gravi di torcicollo che possono essere di tipo congenito o acquisito, tra cui ricordiamo la più frequente:
Il torcicollo congenito miogeno è una malformazione caratterizzata dalla retrazione del muscolo sterno-cleido-mastoideo su un solo lato, ne consegue che il capo mantiene una posizione di inclinazione laterale dal lato colpito e di rotazione dal lato opposto.


· Ernia o protrusione del disco.
L’ernia è una fuoriuscita del Nucleo polposo oltre l’Anulus fibroso; si definisce dura se la vertebra ha un estroflessione (osteofita) che contribuisce a comprimere il midollo, invece il tipo più frequente è quella molle in cui è interessato solo il disco intervertebrale.
Una protrusione del nucelo polposo che preme sul midollo o sulle radici dei nervi spinali è considerata causa di lombalgia, anche se la maggior parte dei soggetti a cui è stata riscontrata un ernia del disco, non lamenta mal di schiena o lombosciatalgia.
Dal rachide cervicale partono i nervi spniali del plesso brachiale che innervano l’arto superiore fino alle dita.
Il dolore causato dalla compressione della radice spinale si avverte a livello del braccio, della spalla e della parte superiore della scapola.
La discopatia cervicale colpisce maggiormente i dischi C5-C6 e C6-C7.
Il dolore può essere molto forte, in certi casi sono presenti altri sintomi come formicolio e debolezza muscolare.
Non bisogna confondere l’ernia con la brachialgia, cioè l’infiammazione del plesso brachiale, anche se hanno gli stessi sintomi e spesso si presentano insieme.

Il trattamento per l'ernia del disco:
La fuoriuscita del disco intervertebrale non è temporanea, la parte erniata non rientra spontaneamente e generalmente neanche con le cure.
Il trattamento con esercizi Mc-Kenzie “spinge” l’Anulus verso la sua sede originaria e quindi contribuisce a ridurre la compressione della radice spniale.
In alternativa è indicato il trattamento con l’elettroterapia a scopo antalgico, in particolare con onde diadinamiche o interferenziali.
Chi presenta un ernia non avverte automaticamente dolore, questo invece può essere causato da una brachialgia che si cura con le terapie basate sul calore: tecar, laser CO2 e massaggio terapeutico.

· Artrite reumatoide
L'Artrite Reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni, più frequentemente quelle degli arti.
Il rachide cervicale può essere interessato dal processo soprattutto nell’articolazione tra atlante e occipite.
L'esordio ed il decorso sono molto variabili, esistono forme acute che progrediscono in fretta oppure forme che avanzano lentamente.
Chiedi al Dr. Defilippo nel suo forum di fisioterapia se hai dei dubbi.

Il trattamento:
Il massaggio terapeutico o la manipolazione sono controindicati perché è una patologia di tipo acuto.
A causa del dolore, i pazienti tendono ad evitare i movimenti, questo provoca rigidità e rallentamento della circolazione Il trattamento che consiglio è un programma di esercizi a corpo libero per evitare che l’articolazione si irrigidisca a causa dell’immobilità.




Distorsione della caviglia




LA DISTORSIONE DELLA CAVIGLIA


La Distorsione è un infortunio frequente soprattutto negli sportivi.
Si tratta della rotazione violenta della caviglia, generalmente verso l'esterno.
Con un appropriato trattamento la maggior parte dei pazienti guarisce completamente, ma in alcuni casi può rimanere una condizione di instabilità, dolore o rigidità, inoltre possono verificarsi delle recidive.

I sintomi sono:

  • Caviglia gonfia
  • Rossore;
  • Dolore alla caviglia intorno al malleolo;
  • Instabilità:
  • Riduzione della funzionalità del piede.


Le distorsioni sono classificate in base all’entità della lesione:
1° grado: stiramento dei legamenti senza lesione;
2° grado: lesione parziale dei legamenti;
3° grado: lesione totale di almeno un legamento;

La distorsione di gran lunga più frequente è quella in supinazione per motivi anatomici. Il perone raggiunge un livello più basso rispetto alla tibia, infatti quando si prova a pronare il piede (ruotarlo verso l’esterno) si raggiunge presto questa barriera ossea, invece la rotazione verso l’interno è limitata solo da alcuni legamenti che possono allungarsi fino a una certa misura.


In questo caso i legamenti convolti nel trauma sono: il peroneo-astragalico anteriore che è sempre colpito, il peroneo-calcaneare che è stirato solo in casi abbastanza gravi e il peroneo-astragalico posteriore che viene leso solo nei casi più gravi.

Il dolore si avverte sempre nella zona superiore esterna del piede, in rari casi si percepisce a livello del tendine d’achille, conincide infatti con i legamenti lesionati.


I fattori di rischio sono:
  • Problemi di stabilità.
  • La mancanza d’allenamento o di equilibrio.
  • Terreno di gioco sconnesso.

Cosa fare? Il trattamento

Ogni distorsione è diversa dalle altre, quindi necessita di un trattamento personalizzato indicato dal fisiatra o dall’ortopedico, qui sono contenute le linee guida generali.
All'inizio serve il riposo, ghiaccio e l'elevazione della gamba.


La fisioterapia
Nei casi più gravi la fase d’immobilizzazione sarà più lunga per evitare di lesionare la parte dei legamenti che non è stata colpita.
Successivamente la terapia manuale è la più adatta per rimettere in asse l'articolazione.
Le manipolazioni di osteopatia e la fisioterapia manuale sono le terapie più utili.
Ci sono delle terapie strumentali molto utili per ridurre l'infiammazione, in particolare la Laserterapia e gli ultrasuoni.

Gli esercizi propriocettivi e di rinforzo muscolare sono utili per riprendere lo sport.
Chiedi spiegazioni al Dr. Defilippo nel suo forum di fisioterapia.



TERAPIE

Terapia strumentale
Terapia manuale
  • Percorso integrato dall’infortunio al ritorno all'attività sportiva
  • Riabilitazione propriocettiva
  • RPG
  • Pompage
  • Trattamento MioFasciale
  • Trattamenti domiciliari
  • Mobilizzazione colonna vertebrale
  • Rinforzo muscolare in palestra
  • Consulenze e consigli per tutori.
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Chi Siamo


Chi Siamo


La mission di questo sito è presentare l’anatomia, le principali patologie e la fisioterapia più indicata.

Dott. Defilippo Massimo Fisioterapista

Si e’ laureato in Fisioterapia nel 2008 con il massimo dei voti.
Ha completato con successo i seguenti corsi di formazione professionale tra il 2009 e il 2010

Corso teorico-pratico sul tema approccio manuale e strumentale sui meridiani tendino-muscolari, presso il Centro Medico Polispecialistico Lazzaro Spallanzani.a Reggio Emilia;
Corso Metodo Mckenzie Parte A, B e C, organizzato da Mckenzie Institute Italia;
Corso Tecar CIM presso FIS a Reggio Emilia;
Corso di Manipolazione Miofasciale di Luigi Stecco, Primo e Secondo Livello, organizzato da AIFI Emilia Romagna.
Ha conseguito il certificato di Osteopatia EOM (Escuela de Osteopatia de Madrid) a Verona.

Ha studiato per diversi anni il massaggio shiatsu e ha conseguito il primo livello Reiki ed è quindi venuto a conoscenza dei principi fondamentali della medicina cinese.
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Massimo De filippo Fisioterapista