mercoledì 24 luglio 2013

Infiltrazione epidurale


L'infiltrazione peridurale permette la somministrazione di farmaci antinfiammatori, anestetici e analgesici in prossimità delle radici nervose.

L'iniezione si effettua il più vicino possibile alla sede da cui nasce il mal di schiena.
È un tipo di terapia che è eseguita iniettando una piccola dose di farmaco e/o anestetico dentro il canale vertebrale, nello spazio che circonda le strutture nervose, per raggiungere direttamente:

  1. I dischi intervertebrali,
  2. Le radici nervose.

Dev'essere effettuata dal medico specialista anestesista.
Questi farmaci agisce soprattutto localmente, quindi in modo più efficace e con minori effetti sistemici.
La tecnica è semplice: il paziente si deve sedere sul bordo del letto con le gambe appoggiate e con il dorso ben flesso, in modo che sia più facile trovare i punti di riferimento.
Un’anestesia locale della cute permette l’inserimento indolore di un ago corretto (Ago di Tuohy) in corrispondenza delle radici spinali interessate e, attraverso di esso, sono iniettati i farmaci.
Anche se può variare, la terapia prevede: triamcinolone 80 mg, ropivacaina 0,2% o levobupivacaina 0,25% 4-5 ml e fisiologica q.b. a 10-12 ml.
L'infiltrazione è effettuata in day-hospital.
Per poterle fare bisogna avere l'indicazione del medico, che deve eseguire una visita ben accurata per arrivare alla diagnosi corretta. Il dottore può prescrivere una TAC o di una risonanza magnetica (RMN), se lo ritiene necessario.
Questa terapia ha un'azione immediata e una durata di alcuni giorni; è effettuata a cicli anche ripetibili
.
Alla fine della manovra terapeutica il paziente deve restare a riposo, sotto osservazione, per alcuni minuti.
La permanenza in 
Ambulatorio è quella indicata sopra, salvo che esigenze particolari non richieda un allungamento del periodo di osservazione. Naturalmente, durante questo periodo è possibile avere accanto un familiare.




Quali pazienti interessa?
L'anestesia peridurale è particolarmente indicata per patologie croniche della colonna vertebrale (per esempio il mal di schiena), per le radicolopatie (per esempio l'ernia del disco) o per la nevralgia post-erpetica.
Esse sono maggiormente indicate per ernie discali in sede lombare, lombo-sacrale, dorsale o cervicale.
Permette di ottenere un buon effetto di riduzione dell’infiammazione a livello delle radici del nervo sciatico. ~
È una terapia che riduce l’infiammazione delle radici nervose e quindi i sintomi (dolore e impotenza funzionale), ma senza intervenire sulle cause.

Sul forum del Dr. Defilippo si possono chiedere delle informazioni.

Quali sono gli effetti collaterali e le controindicazioni?
Non ci sono importanti effetti collaterali, l'unico effetto che si può riscontrare è una sensazione di pesantezza nella zona lombare e agli arti, oltre a un momentaneo aggravamento del dolore sciatalgico.
Queste conseguenze dovrebbero cessare alla fine della terapia.
L'infiltrazione può causare debolezza muscolare, pertanto è sconsigliato mettersi alla guida di un mezzo nelle ore successive al trattamento.
Prima di fare le iniezioni, se il paziente assume regolarmente farmaci anticoagulanti: Sintrom, Calciparina, Aspirina etc., bisogna informare l'anestesista poiché potrebbe essere necessaria la loro sospensione o il controllo preventivo della coagulazione.
Bisogna inoltre informare l’anestesista se il paziente soffre di patologie concomitanti (diabete, ipertensione, malattie della coagulazione etc.) e allergie.
Le complicanze che si può incontrare in caso di operatore inesperto è:



Dr. Massimo Defilippo Fisioterapista Tel 0522/260654 Defilippo.massimo@gmail.com
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domenica 9 giugno 2013

Necrosi

Ci sono sei tipi diversi di necrosi.
È importante sapere queste informazioni perché possono dare un indizio sul motivo per cui il tessuto è morto.
Con questo elenco si rende più facile il confronto, il tipo di necrosi può essere:

Coagulativa - Si trova in caso di infarto, ischemia di qualsiasi tessuto (tranne il cervello), rabdomiolisi (necrosi muscolare) ecc. È causato dalla mancanza di rifornimento del sangue, i fattori di rischio sono l'arteriosclerosi e il diabete
Complessivamente: il tessuto è duro L'escara è un materiale secco, nero, duro, generato dalla distruzione delle cellule e dei vasi sanguigni, si trova per esempio nelle piaghe da decubito che causano un ulcera della pelle.
A livello cellulare: Le membrane della cellula sono conservate e tutto appare rosso.


Liquefazione - Si trova durante le infezioni e per qualche ragione sconosciuta negli infarti cerebrali È causato dai neutrofili che rilasciano il loro contenuto tossico, "liquefazione" del tessuto Complessivamente: il tessuto è cremoso ed è presente liquido giallo (pus) A livello cellulare: molti neutrofili e detriti cellulari.

Caseosa - Si trova in caso di tubercolosi
È causato dal tentavito del corpo di isolare e uccidere il micobatterio con i macrofagi
Complessivamente: Si vede materiale bianco, morbido, simile al formaggio (da qui il termine "caseosa") A livello cellulare: cellule frammentate e detriti circondati da un collare di linfociti e macrofagi (granuloma).


Grassa - Si trova nella pancreatite acuta
Le cellule danneggiate rilasciano la lipasi, che divise gli esteri di trigliceridi all'interno delle cellule di grasso
Complessivamente: la consistenza è simile al gesso, ci sono aree bianche per la combinazione tra nuovi acidi grassi e calcio (saponificazione)
A livello cellulare: contorni ombrosi delle cellule adipose morte; a volte c'è un immagine bluastra per le calcificazioni.

Fibrinoide - Questo tipo si vede nelle reazioni immunitarie nei capillari sanguigni
I Complessi di antigeni e anticorpi (immunocomplessi) si uniscono con la fibrina
Complessivamente: cambiamenti troppo piccoli per essere visti
A livello cellulare: le pareti dei vasi si ispessiscono e diventano di colore rosso-rosato perché si depositano i fibrinoidi che derivano dalla fibrina.

Gangrenosa - Si vede questo tipo quando un intero arto perde l'apporto di sangue e muore (solitamente la gamba) In realtà questo non è un diverso tipo di necrosi, ma alcune persone usano questo termine nella pratica clinica
Complessivamente: la pelle appare nera e morta; il tessuto sottostante si trova in diversi stadi di decomposizione
A livello cellulare: inizialmente c'è una necrosi coagulativa provocata dalla perdita del rifornimento di sangue (questa fase è chiamata "gangrena secca");
Se si sovrappone l'infezione batterica, avviene la necrosi con liquefazione (questa fase è chiamata "gangrena umida").
La cancrena umida può provocare una necrosi infettiva, il caso più frequente è la cancrena gassosa.
Il dott. Defilippo risponde a qualunque domanda sul suo forum.


domenica 26 maggio 2013

Epicodilite

L’epicondilite è la tendinopatia inserzionale degli estensori e supinatori del polso: estensore radiale breve, ulnare lungo del carpo, estensore comune delle dita, breve supinatore.
Tennista, sportivo spesso affetto dall'epicondilite.
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Chi soffre di epicondilite non riesce ad aprire la porta o a versare l’acqua dalla bottiglia perché avverte dolore di media intensità, non  insopportabile.
Spesso non si evidenzia un versamento articolare.
  
Molto spesso i tendini infiammati non sono quelli degli estensori, ma il supinatore e per saperlo dobbiamo fare l’esame clinico con i testi muscolari
Nello sport il 40/50% dei tennisti amatori ha la tendinite del gomito.
Ogni tennista ha la sua racchetta personale per prevenire l’epicondilite.
Anche il lavoratore dell’edilizia con l’utilizzo della cazzuola può incorrere in questa patologia.
Spesso soffrono di epicondilite anche i suonatori: chitarra, tromba, saxofono ecc.

La cosa più importante è affrontare il disturbo prima possibile perché le tendinopatie tendono a cronicizzarsi con deposito di sali di calcio (formazione di calcificazioni) e degenerazione del tessuto, quindi una terapia tardiva può richiedere anche alcuni mesi e anche l'intervento chirurgico.





Qual'è l'esame strumentale più adatto?

L'ecografia è l'esame indicato per stabilire se siamo in presenza di Epicondilite, anche se non sempre ci dà una risposta certa, a volte i tendini sono lievemente ipoecogeni con un aumento di spessore, caratteristica tipica delle tendinopatie.


Come si arriva alla diagnosi?
La diagnosi della tendinopatia del gomito è essenzialmente clinica con la conferma dell'ecografia.
Se applico il test che consiste nell'alzare la mano pronata e il paziente non prova dolore o fastidio, significa che non ha l'epicondilite degli estensori.
Se invece gli chiedo di ruotare verso l’esterno la mano (supinazione) e fa male, significa che la flogosi riguarda i muscoli supinatori.
Potrebbe avere una tendinite sia agli estensori che al supinatore, inoltre possono presentarsi delle calcificazioni.


Cosa fare? Qual'è la terapia?
Si deve procedere in diversi modi per rimuovere l'infiammazione, togliere la causa dell'epicondilite ed evitare le recidive.
Come terapia si modifica il gesto sportivo e si tiene il bracciale anti-epicondilite che serve a scaricare le forze non sul gomito ma distalmente. E’ come spostare di pochi centimetri l’inserzione dei muscoli verso la mano.
L’atleta con il tutore può giocare a tennis, deve metterlo con il braccio rilassato.



Spesso la causa del dolore è un cattivo utilizzo del gomito causato da uno slivellamento del radio sull'ulna causato dai traumi o dai microtraumi nel caso del tennista, quindi con la terapia manuale si può dolcemente rimettere in asse le due ossa.
Con la manipolazione della fascia si eliminano le aderenze che si sono formate nei muscoli e nel tessuto connettivo del braccio e causano dolore, perdita di forza e limitazione del movimento.

Molti pazienti guariscono dall'epicondilite con la terapia fisica: laser, onde d’urto o ultrasuoni.
Una piccola percentuale di pazienti guarisce anche con la crioterapia.

Terapie manuali meno efficaci ma che possono dare sollievo in caso di epicondilite sono le trazioni (pompages), lo stretching e il massaggio trasverso profondo.
In ultima istanza, se le terapie conservative non danno risultati dopo un anno si può pensare a un intervento chirurgico.
Potete chiedere informazioni al dr. Defilippo qui.

L'epitrocleite
L’epitrocleite la tendinite del gomito opposta all’epicondilite, la fitta è localizzata a livello dell’epitroclea, può interessare il pronatore o i flessori del polso e delle dita.Il caso tipico è il gomito del golfista che può condurre nei non professionisti all’infiammazione di questi tendini.

La terapia è la stessa dell’epicondilite.




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lunedì 6 maggio 2013

Mal di testa

Che cos'è?

Il mal di testa è un disturbo che colpisce la maggior parte della gente almeno una volta nella vita, alcune persone lo avvertono raramente, mentre altri soffrono di dolore cronico che si presenta più di una volta a settimana.
Esistono numerose cause di mal di testa, nel 2007 l'International Headache Society ha creato un sistema di classificazione aggiornato per la cefalea.
Ci sono tre categorie principali di mal di testa:
  • Cefalee primarie,
  • cefalee secondarie,
  • altre cefalee, nevralgie e dolore facciale.
Il mal di testa stesso è il problema principale in caso di cefalea primaria, mentre in quelle secondarie la causa è una patologia sottostante o un infortunio che deve essere diagnosticato e trattato

Che cosa sono le cefalee primarie?
Il mal di testa primario comprende l'emicrania, la cefalea muscolo-tensiva e la cefalea a grappolo, così come una varietà di altri tipi meno comuni.
Il mal di testa muscolo-tensivo è il tipo più comune di cefalea primaria. Fino al 90% degli adulti hanno avuto o avranno la questo tipo di dolore. La cefalea muscolo-tensiva si verifica più comunemente tra le donne rispetto agli uomini.
L'emicrania è il secondo tipo più comune di cefalea primaria.
Circa 28 milioni di persone negli Stati Uniti (circa il 12% della popolazione) soffrirà di emicrania nella sua vita.
L'emicrania può colpire i bambini così come gli adulti.
Prima della pubertà, ragazzi e ragazze sono ugualmente interessati da emicrania, ma dopo la pubertà, sono colpite più le donne rispetto agli uomini.
È stimato che il 6% degli uomini e fino al 18% delle donne soffriranno di emicranica durante la loro vita.
La cefalea a grappolo è un raro tipo di mal di testa primario che colpisce lo 0.1% della popolazione (1 su 1.000 persone). Più comunemente colpisce soprattutto gli uomini tra i 20 e i 30 anni, ma anche le donne e i bambini possono soffrire di questi tipo di dolore.
Le cefalee primarie possono influire sulla qualità della vita.
Alcune persone soffrono di mal di testa occasionali che si risolvono rapidamente mentre altri episodi sono debilitati.
Questo tipo di cefalea non è letale, ma possono essere presenti gli stessi sintomi che si hanno in caso di ictus o emorragia cerebrale.
Mal di testa


Cefalea muscolo tensiva

La causa più probabile è la tensione della fascia e dei muscoli che ricoprono il cranio. Il mal di testa da tensione muscolare è il più frequente, ma la causa non è nota.
Quando i muscoli del cranio sono stressati, possono avere delle contratture e causare dolore.
Le parti più colpite sono: la base del cranio (occipite) dove si inserisce il muscolo trapezio e le tempie dove si trovano i muscoli che muovono la mascella e la fronte.
Non ci sono sufficienti ricerche che confermano la causa esatta di cefalea muscolo-tensiva.
Generalmente il mal di testa muscolare si verifica dopo uno stress fisico o emotivo.
Questi fattori possono portare a digrignare i denti e possono provocare una contrattura dei muscoli che circondano il cranio.
I fattori di stress fisico sono: un difficile e prolungato lavoro manuale oppure stare molto tempo concentrati sul computer.
Anche la tensione emotiva può causare la cefalea muscolo-tensiva provocando la contrazione dei muscoli che circondano il cranio.

Quali sono i sintomi del mal di testa tensivo?
Il dolore inizia nella parte posteriore della testa e nella regione superiore del collo, è descritto come una sensazione di qualcosa che tira o preme.
È riferito spesso come una pressione intorno alla testa con maggior intensità dietro le sopracciglia.
Di solito il dolore è lieve (non disabilita) e bilaterale (interessa entrambi i lati della testa).
Il fastidio non è associato a un'aura, nausea, vomito oppure iper-sensibilità alla luce o al suono.
Il dolore si verifica sporadicamente (di rado e senza un motivo), ma in alcune persone può verificarsi frequentemente o quasi quotidianamente.
La cefalea muscolo tensiva permette alla maggior parte delle persone di vivere normalmente, nonostante il mal di testa.
Al mattino non si avverte molto dolore, ma peggiora durante il giorno.

Com'è diagnosticata la cefalea muscolo-tensiva?
La chiave per fare la diagnosi di eventuali mal di testa è la storia clinica fornita dal paziente.
Il medico deve capire quando inizia il mal di testa, deve conoscere il tipo di fastidio, l'intensità e la durata del dolore, inoltre dave sapere se ci sono eventuali altri sintomi associati.
La cefalea tensiva ha queste caratteristiche: dolore da lieve a moderato, si trova su entrambi i lati della testa, è descritto come un fastidio pulsante e non peggiora con il movimento.
Non ci può essere nessun sintomo associato come nausea, vomito o sensibilità alla luce.
L'esame neurologico del paziente è importante per scartare le altre diagnosi perché nel mal di testa muscolo-tensivo dev'essere negativo.
Si può avvertire rigidità muscolare del cuoio capelluto o del collo.
Se l'operatore sanitario rileva un'anomalia, la diagnosi di mal di testa muscolo tensivo viene confermato solo quando gli altri tipi di mal di testa sono stati esclusi.

Il trattamento

I farmaci antinfiammatori non steroidei sono il primo rimedio per chi soffre di cefalea muscolo tensiva, oltre alla massoterapia.
L'aspirina non dev'essere somministrata ai bambini e agli adolescenti a causa del rischio della sindrome di Reye, una malattia che può provocare il coma, danni cerebrali e la morte se è presente un'infezione virale.
L'aspirina e l'ibuprofene sono irritanti per lo stomaco e possono causare emorragie.
Essi dovrebbero essere utilizzati con cautela nei pazienti che hanno un ulcera peptica o prendono fluidificanti del sangue come il warfarin (Coumadin) e il bisolfato di clopidogrel (Plavix).
Il paracetamolo, se usato in grandi quantità, può causare danni al fegato. Dovrebbe essere usato con cautela nei pazienti che bevono quantità significative di alcol o che hanno patologie epatiche.
Una delle cause della cefalea muscolo-tensiva cronica è l'uso eccessivo di farmaci per il dolore.
Quando gli anti-dolorifici sono utilizzati per un periodo prolungato di tempo, il mal di testa può ripresentarsi appena gli effetti del farmaco svaniscono.
Così, il mal di testa diventa un sintomo della disintossicazione dal farmaco (cefalea di rimbalzo).





Cefalea a grappolo
Quali sono le cause della cefalea a grappolo?

La causa è incerta, può essere che alcune parti del cervello iniziano a funzionare male per un motivo sconosciuto. L'ipotalamo è un'area situata alla base del cervello responsabile dell'orologio biologico del corpo e può essere la parte la fonte del mal di testa.
Le Risonanze magnetiche effettuate sui pazienti durante un attacco di cefalea a grappolo mostrano un attività anomala nell'ipotalamo.
Le caratteristiche del mal di testa a grappolo sono:
  • esiste una familiarità nello sviluppo di questo disturbo, questo suggerisce che ci può essere un componente genetico;
  • può essere innescato dai cambiamenti del ritmo sonno-veglia;
  • può essere provocato dai farmaci (ad esempio la nitroglicerina utilizzata per le malattie del cuore).
  • Se un individuo soffre frequentemente di mal di testa, il fumo di sigaretta, l'alcool e alcuni alimenti (per esempio il cioccolato) possono essere potenziali cause di mal di testa.

Sintomi 
La cefalea a grappolo può durare settimane o mesi intervallati da periodi senza dolore di mesi o anni.
Durante il periodo in cui si verificano, il dolore è pulsante e si avverte una volta o due al giorno, ma alcuni pazienti possono sentirlo più di due volte al giorno.
Ogni episodio di dolore dura da 30 a 90 minuti.
Gli attacchi tendono a verificarsi circa alla stessa ora ogni giorno e spesso risvegliano il paziente di notte da un sonno profondo.
Il dolore è lancinante: di solito colpisce solo l’occhio e la zona circostante, ma si può irradiare a tutto il viso, alla testa e alla colonna cervicale.
L'occhio interessato può diventare rosso, gonfio e può lacrimare.
Il naso del lato affetto può colare ed essere congestionato.
A differenza dei pazienti con emicrania, quelli con cefalea a grappolo tendono ad essere inquieti.
Essi spesso camminano avanti e indietro, colpiscono il muro con la testa e possono essere portati a misure disperate.
La cefalea a grappolo è molto più comune negli uomini rispetto alle donne.

Diagnosi
Per fare la diagnosi di cefalea a grappolo bisogna controllare l'anamnesi del paziente. Di solito, la descrizione del dolore e la frequenza è sufficiente.
Se il paziente è nel mezzo di un attacco, si trova in una situazione critica per il dolore e può avere l'occhio e il naso che colano come descritto in precedenza.
Se il paziente è visitato dal medico quando il dolore non è presente, l'esame fisico è normale e la diagnosi dipende solo dall'anamnesi.

Trattamento
La cefalea a grappolo può essere molto difficile da trattare, bisogna andare per tentativi per trovare il tipo di terapia più efficace. Poiché il mal di testa si ripete ogni giorno, ci sono due esigenze nel trattamento: il dolore causato dal primo episodio dovrebbe essere controllato, e i mal di testa successivi dovrebbero essere prevenuti.
La opzioni di trattamento iniziale consistono in:
  • l'inalazione di elevate concentrazioni di ossigeno (anche se questo non funzionerà se il mal di testa è ben consolidato).
  • L'iniezione di farmaci triptani, ad esempio, sumatriptan (Imitrex), zolmitriptan (Zomig) e rizatriptan (Maxalt e Rizaliv) che sono comunemente utilizzati anche per i trattamenti dell'emicrania.
  • L'infiltrazione di lidocaina, un anestetico locale direttamente nella narice;
  • Una puntura di diidroergotamina (DHE 45, Migranal) provoca vaso costrizione;
  • Si può somministrare la caffeina.
La prevenzione della prossima cefalea a grappolo si può fare con:
  • I calcio-antagonisti (ad esempio Verapamil, Diltiazem, Nifedipina, Nicardipina),
  • prednisone (Deltasone),
  • farmaci antidepressivi,
  • litio (litio carbonato),
  • Fenobarbital e acido valproico e il topiramato (spesso utilizzato per il controllo dell'epilessia)

Prevenzione della cefalea a grappolo
GLi episodi di cefalea a grappolo possono venire ad anni di distanza e non si può prevedere il mal di testa prima di un nuovo episodio, nessun farmaco giornaliero può garantirlo.
Cambiare stile di vita può aiutare a ridurre al minimo il rischio di una riacutizzazione di cefalea a grappolo.
Smettere di fumare e ridurre al minimo l'alcool può prevenire episodi futuri.


Emicrania



Che cos'è?
L'Emicrania è una malattia neurologica ereditaria caratterizzata da iper-eccitabilità di alcune aree specifiche del cervello.
L'emicrania è la conseguenza di: aumento di volume delle arterie cerebrali e rilascio di sostanze chimiche da parte dei nervi che ricevono il sangue da questi vasi sanguigni.
Anche se non è chiaro quello che succede nel cervello per provocare un'emicrania, si sà che gli individui con emicrania sono più sensibili all'influenza di fattori transitori, chiamati "trigger" che aumentano il rischio di avere un attacco di emicrania.

Cause
Anche se non si sà molto sulle cause dell'emicrania, la genetica e i fattori ambientali sembrano essere coinvolti.
I fattori che possono causare l'emicrania sono:
  • Alimenti.
    Alcune emicranie possono essere scatenate da alcuni cibi come: alcool, in particolare birra e vino rosso, formaggi stagionati, cioccolato, aspartame, eccesso di caffeina e cibi salati.
    Saltare i pasti o digiunare può scatenare attacchi di emicrania.
  • Cambiamenti ormonali nelle donne.
    Le fluttuazioni degli estrogeni sembrano scatenare il mal di testa in molte donne con emicrania.
    Le femmine con una storia di emicrania spesso riferiscono di avere mal di testa immediatamente prima o durante il loro periodo, quando avviene un importante calo di estrogeni.
    Altre hanno una maggiore tendenza a sviluppare l'emicrania durante la gravidanza o la menopausa.
    Alcuni Farmaci ormonali come i contraccettivi orali e la terapia ormonale sostitutiva può peggiorare le emicranie.
  • Stress.
    Lo stress può causare emicranie.
  • Stimoli sensoriali.
    Le luci e i riflessi del sole possono provocare un emicrania, anche i suoni forti.
    Gli odori insoliti, tra cui profumi piacevoli, gli odori sgradevoli come il diluente e il fumo passivo possono provocare l'emicrania.
  • I cambiamenti nel ritmo sonno-veglia e la mancanza di sonno sono altre possibili cause.
  • Fattori fisici.
    Uno sforzo fisico intenso, ad esempio l'attività sessuale, può provocare l'emicrania.
  • Cambiamenti nell'ambiente.
    Il cambio del tempo o della pressione atmosferica può è un altra causa possibile.
  • Farmaci.
    Alcuni farmaci possono aggravare le emicranie, ad esempio la nitroglicerina.

Sintomi
L'emicrania è un disturbo cronico con attacchi ricorrenti.
L'emicrania è descritta solitamente come un dolore intenso, palpitante o martellante che si avverte nelle tempie, ma a volte il dolore è situato nella fronte, intorno agli occhi, o sul retro della testa.
Il dolore è solitamente unilaterale (su un lato della testa), anche se circa un terzo del tempo si avverte su entrambi i lati del cranio.
Generalmente, l'emicrania inizia quando il paziente è sveglio; raramente può svegliare l'individuo.
Le cefalee unilaterali possono cambiare lati da un attacco all'altro.
Infatti, il mal di testa unilaterale che si verifica sempre sullo stesso lato deve allertare il medico per la possibilità di una cefalea secondaria, per esempio quella causata da un tumore al cervello.
Di solito, una cefalea di tipo emicranico è aggravata da attività quotidiane come salire le scale.
Chi soffre di emicrania può sentire: nausea, vomito, diarrea, pallore al viso, mani fredde, piedi freddi e sensibilità alla luce durante gli attacchi.
A causa di questa iper-sensibilità alla luce e ai suoni, i soggetti colpiti preferiscono rimanere in una stanza tranquilla e scura durante un attacco.
Un attacco tipico ha una durata compresa tra 4 e 72 ore.
Si stima che dal 40% al 60% degli attacchi di emicrania sono preceduti da sintomi premonitori da poche ore ad alcuni giorni prima come: sonnolenza, irritabilità, affaticamento.

Test e diagnosi
In caso di emicrania o una storia familiare di emicrania, il medico probabilmente deve diagnosticare la patologia sulla base della tua storia medica e di un esame fisico.
Ma se il mal di testa è insolito, grave o improvviso, il medico può prescrivere una serie di test per escludere altre possibili cause.

Tomografia computerizzata (TAC). Questo esame strumentale utilizza una serie di raggi x per vedere l'interno del corpo. La TAC aiuta i medici diagnosticare: tumori, infezioni e altre possibili cause.

Risonanza magnetica (RMN).
La Risonanza magnetica utilizza onde radio e un potente magnete per produrre immagini del cervello. La RMN aiuta a diagnosticare: tumori, ictus, aneurismi, malattie neurologiche, altre anomalie del cervello, inoltre serve per esaminare i vasi sanguigni cerebrali.

Trattamento
Non c'è nessuna cura specifica per l'emicrania. L'obiettivo è trattare i sintomi prima possibile evitando o modificando i fattori di rischio.
In caso di emicranie frequenti, il medico può prescrivere dei farmaci per ridurre il numero degli attacchi.
Bisogna prendere la medicina ogni giorno perché sia efficace.
I farmaci prescritti possono essere:
Antidepressivi come: Amitriptilina, Imipramina, Paroxetina, Sertralina e venlafaxine.
Farmaci  per la pressione alta come beta-bloccanti (propranololo) o calcio-antagonisti (Verapamil),
Farmaci come gabapentin, levetiracetam, pregabalin, tiagabina, topiramato e l'acido valproico,
Le iniezioni di tossina botulinica (Botox) possono contribuire a ridurre gli attacchi di emicrania.
Trattamento di un attacco
Alcuni farmaci si assumono al primo segno di un attacco di emicrania.
I farmaci da banco come l'aspirina, l'ibuprofene o il paracetamolo sono utili quando l'emicrania è lieve.
Se questi trattamenti non servono, bisogna chiedere al medico dei farmaci che richiedono la prescrizione.
Tra questi ci sono: spray nasali, supposte o iniezioni.
Il medico può scegliere da diversi tipi di farmaci, tra cui i Triptani, prescritti spesso per fermare gli attacchi di emicrania
Alcuni farmaci per l'emicrania restringono i vasi sanguigni (vaso-costrittori).
Se il paziente è a rischio di attacchi di cuore o ha una malattia del cuore, deve parlare con il medico prima di assumere questi farmaci.
Una donna incinta o che sta cercando di rimanere incinta non può prendere i derivati dell'ergot come ergotamina e diidroergotamina.
Altri farmaci sono indicati per trattare i sintomi dell'emicrania.
Il Partenio è un'erba popolare per l'emicrania.
Diversi studi supportano l'uso del Partenio per il trattamento dell'emicrania, ma prima di assumerla bisogna consultare il medico.
È meglio parlare con un erborista qualificato quando si selezionano le erbe.

Mal di testa al mattino
Il dolore in testa al risveglio può colpire chi ha un ritmo di vita irregolare e ogni giorno va a dormire e si alza ad orari diversi.
Anche le persone che dormono troppo o troppo poco possono avere mal di testa al mattino oltre a una sensazione di stordimento o stanchezza.

Altre cause
Il mal di testa può essere causato
Crea un post nel forum per qualunque informazione.


venerdì 29 marzo 2013

Infiltrazioni di acido ialuronico



Che cosa sono?


In ortopedia, l'infiltrazione di acido ialuronico è una puntura che si effettua all'interno di un articolazione e serve per lubrificare e migliorare lo scorrimento delle ossa. È un nuovo trattamento che offre la possibilità di praticare le stesse terapie sia per le malattie reumatiche, sia per la riduzione della cartilagine o artrosi di: ginocchio, anca e articolazione trapezio-metacarpale (per la rizoartrosi). In caso d’infiltrazione all'anca, se si esegue contemporaneamente un'ecografia, è possibile vedere l'avanzamento dell'ago su un monitor ecografico. Questo permette di visualizzare bene la capsula articolare in cui iniettare il farmaco che può essere una soluzione di acido ialuronico o anche cortisone.





Cosa s’inietta nell’articolazione con artrosi?
Il farmaco che si utilizza è l'acido ialuronico (HA), che è una molecola sintetizzata tramite processi naturali dalle cellule sinoviali. Queste cellule agiscono per:
  • lubrificare le articolazioni durante il carico;
  • conferire proprietà elastiche e viscose alle parti interessate;
  • esercitare una protezione parziale del tessuto durante la penetrazione dagli enzimi litici o dalle cellule infiammatorie.

Con minor frequenza, i cortisonici sono utilizzati perché hanno proprietà antiinfiammatorie quindi possono solo ottenere un successo momentaneo. L'acido ialuronico è una sorta di lubrificante. Nelle articolazioni dei pazienti affetti da artrosi, il liquido sinoviale contiene una minor quantità di HA (quindi è meno viscoso), queste infiltrazioni aumentano le proprietà fisiologiche del fluido. Nel caso d’infiltrazioni con acido ialuronico, durante l’ingresso del farmaco si può percepire un lieve fastidio a causa della viscosità dello stesso.





Chi sono i candidati ideali per questa procedura?
I pazienti che possono trarre più giovamento da questo trattamento sono quelli affetti da artrosi al ginocchio, all'anca e alla trapezio-metacarpale, nella fase intermedia e iniziale. I pazienti con artrosi all'anca in stato avanzato, ottengono meno beneficio perché lo spazio articolare è ristretto. In questo caso si consiglia di consultare l'ortopedico per un eventuale intervento chirurgico.
Si possono creare delle discussioni nel forum: https://forum.fisioterapiapertutti.com/index.php



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Infiltrazioni di Cortisone




Che cosa sono?
Sono iniezioni di corticosteroidi, cioè farmaci antinfiammatori steroidei, utilizzati in caso di patologie articolari. Il cortisone è il farmaco anti-infiammatoro più efficace, è molto utile nella cura dell'artrite psoriasica, dell'artrite reumatoide, dell'artrite gottosa e nell'acutizzazione dei processi artrosici. Il cortisone dev'essere iniettato direttamente nell'articolazione in cui si trovano i processi infiammatori.
Il tipo di cortisone utilizzato dipende dalla patologia che riscontra il paziente e dall'effetto desiderato. Solitamente, in ogni fiala da iniettare è presente anche un anestetico locale, che in genere è la lidocaina. Generalmente, un approccio base include un'infiltrazione a settimana, per un totale di tre-cinque terapie l’anno. Tra un ciclo di terapie e l'altro bisogna aspettare almeno un mese. Il cortisone ha effetto immunosoppressore e antinfiammatorio, per questo conferisce sollievo dal dolore e riduzione dei versamenti articolari nella fase acuta della malattia.   Quali sono le contrindicazioni e gli effetti collaterali? Sebbene solo una minima percentuale del farmaco iniettato raggiunga il circolo sistemico, a livello intra-articolare l'abuso di questi farmaci può causare pesanti conseguenze. Un eccessivo numero d'infiltrazioni potrebbe indebolire:

  1. Tendini, 
  2. Legamenti, 
  3. Ossa,
  4. Altre strutture che compongono l'articolazione. 

Per alcune categorie di pazienti, la piccola percentuale di farmaco che entra in contatto con il circolo sistemico può essere eccessiva. Si sconsiglia le infiltrazioni di cortisone in concomitanza di terapia anti-trombotica, attività sportiva agonistica (per la positività al doping), diabete, ipertensione, immunodepressione e osteoporosi severa. Per questo motivo è bene circoscrivere l'impiego delle infiltrazioni di cortisone alle fasi acute delle artropatie, quando il dolore e l'infiammazione sono maggiori e limitano l’ampiezza articolare. Se effettuate nel rispetto delle regole di asepsi (rimozione dei peli, accurata detersione e disinfezione della cute, sostituzione dell'ago dopo aspirazione del farmaco), le infiltrazioni di cortisone di norma non causano alcun effetto locale importante. Tra gli effetti collaterali più comuni spicca il rischio di reazione infiammatoria, caratterizzato da dolore e rossore locale. L'atrofia cutanea e la depigmentazione della parte trattata rappresentano la possibile conseguenza dello stravaso di cortisone nella pelle circostante.
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Dr. Massimo Defilippo Fisioterapista Tel 0522/260654 Defilippo.massimo@gmail.com P. IVA 02360680355


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venerdì 15 marzo 2013

Frattura del braccio

Come avviene?

Frattura dell'omero significa rottura dell'osso del braccio,  può verificarsi nella regione superiore, centrale o inferiore dell'osso.
La parte superiore comprende il collo anatomico, il collo chirurgico, il trochite, il trochine e la testa dell'omero.
Generalmente, la frattura del braccio si verifica negli anziani che soffrono di osteoporosi quando https://www.fisioterapiarubiera.com/cura/sintomi-dell-osteoporosi-e-cura/cadono o scivolano a terra sulle mani.
Se la rottura del braccio avviene nella parte superiore è possibile che si lussi la spalla, quindi il quadro clinico si aggrava.
La lesione della diafisi dell'omero (la parte centrale) colpisce più spesso gli adulti e il meccanismo di rottura è un trauma diretto.
Le fratture della parte superiore del gomito capitano quasi esclusivamente a bambini e adolescenti, quando cadono con il gomito in iperestensione.


Quali sono i segni e i sintomi?

Il soggetto si presenta in pronto soccorso con il braccio attaccato al torace e il gomito flesso per paura del dolore che è molto intenso e insopportabile.
I segni consistono nell'edema a livello della frattura e nell'ematoma che si estende nella parte interna del braccio e nel torace.
Il braccio non si riesce a muovere ed è possibile avvertire un rumore di ossa che "grattano" tra loro. Se la frattura è scomposta, è possibile che si veda sporgere una parte del braccio.




Quali sono le complicazioni?

Le complicanze immediate sono lo shock ipovolemico, cioè un drastico calo del sangue circolante che può portare allo svenimento.
È necessario fare attenzione alla possibile formazione di tromboflebiti, ovvero la nascita di coaguli di sangue che ostruiscono le arterie.
Dai trombi possono originare gli emboli, cioè questi coaguli si staccano, vanno in circolo e possono chiudere le arterie del corpo.
Le fratture che comportano maggiori rischi sono quelle superiori, nella regione vicina alla scapola e alla clavicola, mentre una lesione a livello del gomito è caratterizzata da rischi minori.
Le complicanze associate al trauma sono la lesione di nervi, muscoli e vasi sanguigni.
Lungo la diafisi dell'omero decorrono i nervi: radiale, mediano e ulnare, quindi sono soggetti a stiramento o lesione in caso di frattura scomposta.
Le arterie possono essere fortemente danneggiate soprattutto in caso di frattura del collo anatomico dell'omero, possono causare una necrosi vascolare, cioè il blocco della circolazione sanguigna in una regione corporea; dove non arriva il sangue non c'è vita.
L'arteria più frequentemente colpita è l'arteria brachiale.
Una frattura scomposta può causare la lussazione della spalla, lo strappo dei tendini della cuffia dei rotatori  oppure dei muscoli del braccio: bicipite, brachiale, tricipite e deltoide.
Tra le complicazioni tardive c'è la formazione di una pseudoartrosi, cioè non avviene una consolidazione corretta o si forma un callo fibroso al posto di quello osseo.  

Qual'è la prognosi?

Il tempo di recupero dipende dal tipo di frattura, se è composta può guarire completamente in 2/3 mesi, ma se è scomposta con molti frammenti può essere necessario un intervento chirurgico.
In questo caso l'ortopedico fissa una placca o un endoprotesi che tiene uniti i frammenti.
Se il soggetto è anziano non sempre è possibile il recupero completo dell'articolarità, il braccio rotto potrebbe non essere più in grado di muoversi come l'arto sano.
In caso di frattura scomposta, per recuperare completamente il movimento e ritornare ai livelli pre-trauma sono necessari alcuni mesi, in particolare per riuscire a compiere correttamente le rotazioni della spalla.
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Cosa fare? Qual'è la terapia adatta?

L'ortopedico può consigliare l'intervento chirurgico per evitare danni importanti o per riuscire a recuperare l'articolarità, poi si inizierà un percorso riabilitativo  per guarire completamente. In caso di frattura composta, si dovrà portare un tutore o un gesso ancorato al collo per un mese circa, in modo da permettere il consolidamento dell'osso.
La terapia migliore per aiutare a consolidare l'osso è la magneto terapia che può dimezzare i tempi di recupero.
Quando si toglie il gesso, viene ripetuta la radiografia di controllo.
Se l'ortopedico ritiene che il processo di formazione del callo osseo è iniziato e non ci sono rischi di pseudoartrosi, consiglierà alcuni cicli di fisioterapia per recuperare la forza, il movimento e la coordinazione.
Gli esiti possibili sono:
  • la viziosa consolidazione (rara);
  • la limitazione funzionale (frequente), infatti gli anziani non riescono a recuperare completamente il movimento, in particolare l'elevazione del braccio.


 
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Frattura del gomito

Che cos'è la frattura del gomito?

La frattura del gomito è la rottura o lesione dell'articolazione tra omero (braccio), ulna e radio (gomito). Il gomito è un articolazione fondamentale per sollevare pesi, vestirsi, lavarsi, pettinarsi e lavorare. Le possibili lesioni si verificano a livello del capitello omerale, del capitello radiale, dell'epitroclea, intercondiloidee e sovracondiloidee.
Le fratture dell'olecrano costituiscono circa il 10% delle lesioni al gomito, riguardano principalmente gli adulti, in questo caso si può danneggiare il nervo ulnare.
Generalmente, le fratture del capitello radiale sono provocate da una caduta sulle mani in estensione, quindi il meccanismo lesivo è un trauma indiretto.
Le fratture sovracondiloidee causano uno spostamento dell'epifisi distale dell'omero detta anche paletta omerale, colpiscono spesso i bambini per traumi diretti e sono pericolose per i possibili danni al nervo radiale.
Le lesioni dei condili omerali sono piuttosto rare.

Quali sono le cause della frattura del gomito?

Le cause della frattura del gomito sono i traumi o le cadute.

Quali sono i sintomi della frattura del gomito?
  1. Dolore,
  2. Gonfiore,
  3. Rossore,
  4. Calore,
  5. Limitazione dei movimenti del gomito e del polso.



Qual'é l'esame diagnostico più indicato per la frattura del gomito?


L'esame più adatto per le fratture è la radiografia.  

Come si diagnostica la frattura del gomito?
Il medico del pronto soccorso osserva il gomito del paziente e ascolta la versione dell'incidente.
Se la radiografia mostra la lesione dell'osso allora si può fare la diagnosi di frattura del gomito.


Qual'é la terapia per la frattura del gomito?

Per le fratture composte bisogna immobilizzare il braccio in un gesso o tutore per un periodo di circa 30 giorni (15 giorni per i bambini).
In caso di frattura scomposta il chirurgo può decidire di effettuare un intervento chirurgico se il paziente è d'accordo.
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lunedì 11 marzo 2013

Frattura del ginocchio

Cosa vuol dire frattura della clavicola?


È la rottura dell’osso della clavicola, cioè quello che si trova esattamente sopra il petto. Spesso, la frattura è scomposta, cioè i due monconi non combaciano lungo la rima di frattura, ma l'incidente causa la rotazione o lo spostamento di un frammento rispetto all'altro. In caso di frattura scomposta, si vedrà a occhio nudo uno "scalino" nel punto di rottura.  

Anatomia della clavicola.

La clavicola è un osso lungo e stretto a forma di “S” che collega il manubrio dello sterno alla scapola, precisamente all’acromion. L’articolazione della spalla è la più mobile del corpo umano perché il braccio è collegato al tronco attraverso due ossa molto flessibili: la scapola e la clavicola, che sono libere di ruotare, sollevarsi e abbassarsi.
Questa mobilità comporta una minor resistenza ai traumi rispetto ad anca e bacino che sono molto più rigide, ma non si lussano facilmente.
La clavicola ha anche la funzione di proteggere:
  • i nervi del plesso brachiale che innervano la spalla e tutto il braccio;
  • i vasi sanguigni che decorrono dal cuore al braccio

Chi sono i soggetti colpiti?
La frequenza di fratture della clavicola è relativamente elevata rispetto alle altre ossa, colpisce soprattutto i giovani che praticano sport in cui è possibile cadere a terra; si vedono spesso ciclisti, sciatori, motociclisti, motocrossisti, rugbysti ecc. Il meccanismo traumatico che rompe l'osso è la caduta sulle mani, raramente la causa è un trauma diretto perché bisognerebbe atterrare tra la spalla, il petto e il mento. Durante il parto, la frattura claveare può capitare ai neonati se la nascita è difficile a causa delle dimensioni del nascituro. I bambini piccoli subiscono le fratture a legno verde, ovvero lesioni dell'osso che non coinvolgono il periostio: il rivestimento osseo.  

Quali sono i sintomi della frattura della clavicola?

I soggetti colpiti avvertono dolore insopportabile, gonfiore, rossore e calore, tipici di un infiammazione. Il movimento del braccio è quasi impossibile: ruotare, sollevare o portare indietro la spalla provoca molto dolore. I movimenti del collo possono dare fastidio perché avvengono con la contrazione del muscolo sternocleidomastoideo, che si inserisce sulla clavicola. In caso di frattura scomposta, si noterà una sporgenza ossea, soprattutto quando l'edema infiammatorio si riduce di volume.

I nervi del plesso brachiale che permettono il movimento del braccio, originano dal midollo spinale cervicale e decorrono sotto la clavicola. Se i frammenti di clavicola ledono questi nervi, si può verificare una paresi del braccio fino alle dita della mano, oltre alla perdita di sensibilità lungo l'arto superiore. I monconi ossei della frattura claveare possono lesionare un arteria o una vena, in particolare la succlavia che decorre posteriormente alla clavicola. In rarissimi casi, un frammento di clavicola penetra nel polmone causando uno pneumotorace.  



Come si arriva alla diagnosi?

La prima cosa da fare è una corretta anamnesi per capire il meccanismo di lesione. L'esame clinico mostra l'impossibilità a muoversi, i segni dell'infiammazione, l'intensità e la sede esatta del dolore Per la diagnosi serve la radiografia che mostra un infrazione oppure una rottura con due o più frammenti di osso. Clinicamente, per i primi 3 giorni il dolore è costante e molto forte, successivamente si sente solo con il movimento e la pressione. In pronto soccorso valutano lo stato di: nervi, vasi sanguigni e polmone, con gli esami strumentali indicati.  

Cosa fare? Qual è la terapia?

Nella prima fase, se la frattura è composta, è necessario un bendaggio alla "Desault" del braccio unito al torace. Se si tratta di una rottura scomposta, verrà prescritto un tutore a "8" che spinge posteriormente e in basso la clavicola per tenere vicini i due monconi. Indossare questo tutore è necessario per una corretta riparazione della clavicola, ma può causare perdite di sensibilità e formicolio nella regione ascellare e nelle dita della mano.
Di solito, quando si smette di utilizzare il tutore, questi sintomi neurologici regrediscono progressivamente in 1-2 mesi,. La Magneto Terapia a bassa frequenza aiuta la formazione del callo osseo perché stimola gli osteoblasti a depositare il calcio nell'osso e a fissarlo. Quando la frattura si consolida e la calcificazione è visibile dalla radiografia, si deve iniziare prima possibile la fisioterapia (fkt) e riabilitazione per ridare alla spalla il movimento completo, la forza muscolare pre-trauma e soprattutto per far passare il dolore.
Gli esercizi devono essere eseguiti in tutti i piani di movimento: frontale, longitudinale e orizzontale per ridare alla spalla la mobilità nei movimenti di sollevamento, depressione, rotazione, abduzione e adduzione.
L'intervento chirurgico è necessario in caso di frattura esposta, cioè con l'osso che perfora la pelle ed esce a contatto con l'esterno oppure in alcuni tipi di frattura scomposta. Se la frattura è scomposta, nella maggior parte dei casi non si opera perché la guarigione clinica avviene anche se le ossa non si rimarginano correttamente.  

Quali sono i tempi per la completa ossificazione e per ritornare all’attività quotidiana? Generalmente, un maschio giovane con frattura incompleta impiega 2 mesi per guarire, con la magneto terapia i tempi possono anche dimezzarsi. Gli adulti migliorano più lentamente, mentre per gli anziani che hanno una frattura scomposta, possono essere necessari anche 4 mesi. Se rimane dolore residuo, è consigliabile eseguire un ciclo di terapie fisiche che aumentano la vascolarizzazione e riducono i sintomi, come ad esempio la laser terapia
Gli esiti sono rappresentati principalmente dalla viziosa consolidazione, inoltre rimane un danno estetico perché si vede e si sente lo "scalino" tra i due monconi, ma non permane la limitazione funzionale.  
Chiedi un consiglio al dottore nel suo forum.


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