venerdì 22 febbraio 2013

Artrosi del ginocchio

L'artrosi del ginocchio è un processo di degenerazione articolare che colpisce quest'articolazione.
Il primo stadio è la fissurazione o riduzione della cartilagine. 
La gonartrosi coinvolge tutte le strutture che lo compongono: ossa, menischi, membrana sinoviale, capsula articolare, legamenti e muscoli.

Riguarda principalmente gli
anziani perché per consumare lo spesso strato di cartilagine tra femore, tibia e rotula servono molti anni. I fattori predisonenti sono gli stessi delle condropatie. 

L'artrosi interessa prevalentemente l'anca (coxartrosi) e il ginocchio, quest'ultimo affligge una donna su quattro e più del 10% dei maschi oltre i 65 anni, spesso insorge in soggetti che lo hanno sforzato troppo o in modo scorretto. 

Si parla di patologia cronico-degenerativa perché non tende a risolversi positivamente, anzi invecchiando si va verso l'impotenza funzionale e addirittura un blocco articolare. Con la progressione della gonartrosi, l'osso reagisce con dei tentativi di riparazione e di aumento della superficie articolare:
  • al posto della cartilagine lesionata si formano degli osteofiti cioè becchi di osso;
  • addensamenti ossei vicino al periostio;
  • profondamente a questi hanno origine le cavità geodiche (zone a minor densità ossea).

È una patologia che risente molto delle condizioni climatiche; il dolore può presentarsi a causa del freddo e dell'umidità. 
In certi casi, l'artrosi può essere considerata una malattia professionale: per esempio chi utilizza il martello pneumatico (mani, gomito, spalle); i camionisti (colonna vertebrale lombare); chi lavora in ufficio al computer (cervicale).  



Sintomi e Segni

 L'artrosi può evolvere dal primo al quarto stadio, all'inizio il dolore al ginocchio compare solamente con il carico, ma con l'evoluzione della patologia, può dare dolore anche a riposo, a sedere oppure a letto.
Il movimento può essere limitato dagli osteofiti o dal gonfiore che è provocato dall'eccesso di produzione di liquido sinoviale.


Durante la giornata, il periodo più doloroso è al mattino quando l'articolazione è fredda, durante la giornata tende a diminuire, ma si riacutizza dopo uno sforzo e quando ci si rialza dopo essere stati fermi per almeno mezz'ora.
Generalmente, i soggetti sintomatici avvertono dolore durante la
deambulazione, inoltre i passi si accorciano e i pazienti zoppicano.

Il clima umido e il freddo possono far peggiorare il quadro clinico in poche ore, infatti, chi soffre di artrosi “sente quando cambia il tempo”.
Solitamente, i pazienti tengono in tensione i muscoli della coscia come meccanismo spontaneo di difesa, questo aumenta il dolore perché causa
contratture muscolari.

Negli ultimi stadi dell'artrosi si avvertono scrosci articolari durante il movimento.  


Diagnosi dell'artrosi al ginocchio


Per i pazienti anziani, lo specialista controlla accuratatamente l'anamnesi, svolge un esame obiettivo per capire se presentano sintomi e segni caratteristici, successivamente prescrive una radiografia in piedi

Le lastre di un ginocchio artrosico mostrano un'avvicinamento femoro-tibiale o femoro-rotuleo, inoltre sulle superfici articolari si possono notare gli osteofiti e le cavità geodiche. Nel caso in cui ci sia l'indicazione di una protesi, l'ortopedico può prescrivere una TAC o una RMN.
Può capitare di confondere la gonartrosi con una sciatalgia, cruralgia o sindrome del piriforme, perché il paziente si concentra sul dolore al ginocchio durante la deambulazione, quindi è opportuno indagare anche su eventuali sintomi alla coscia e/o alla schiena.
L'artrosi non provoca necessariamente dolore, ma alcune volte, si infiamma causando tutti i sintomi tipici.


Qual'è la terapia? 

Da questa patologia non si può guarire, ma si può controllare eliminando il dolore e il gonfiore dell'articolazione. 
La prima cosa da fare è il risparmio articolare, cioè evitare le attività che sovraccaricano di più l'articolazione. 
Chi pratica sport come il calcio o il tennis dovrebbe fermarsi.
Considerando l'età, è più probabile che il paziente faccia delle semplici passeggiate, anche in questo caso è meglio sospendere un paio di giorni. 
Generalmente, i medici consigliano di dimagrire per caricare un peso minore sul ginocchio, ma è un rimedio che richiede molto tempo ed è difficile da attuare. 

Il dottore può prescrivere dei farmaci antinfiammatori per la fase acuta, ad es. il paracetamolo o dei FANS (antinfiammatori non steroidei), ma questi ultimi hanno molte controindicazioni, quindi non si possono assumere per lunghi periodi. 

La fisioterapia è un ottima cura con pochissime controindicazioni, le terapie fisiche più indicate sono la Laser terapia, la Tecar terapia e la magneto terapia. 
Il medico può decidere di effettuare le infiltrazioni di acido ialuronico all'interno dell'articolazione che servono per lubrificare e ridurre l'attrito. 
La durata dell'effetto della terapia è proporzionato al grado di avanzamento dell'artrosi, negli ultimi stadi potrebbero essere necessari due cicli di terapie all'anno, mentre in caso di patologia al primo stadio, il dolore può scomparire per alcuni anni. 
Nella gonartrosi avanzata, se tutte le terapie non invasive hanno fallito e il dolore è molto forte, la soluzione più efficace è l'intervento chirurgico; prima si tenta la chirurgia artroscopica per rimuovere i corpi estranei nell'articolazione (cartilagine degenerata) e per regolarizzare le lesioni meniscali se presenti. 
Successivamente si prende in considerazione l'intervento di artro-protesi per sostituire l'articolazione. Se l'osso in cui vanno impiantate è solido, la protesi si inserisce semplicemente nell'osso e si applica una sostanza collosa, mentre nel caso di anziani con ossa particolarmente fragili, si cementa la protesi.
Se il soggetto con gonartrosi è giovane, bisogna valutare l'allineamento dell'articolazione. Se il ginocchio è varo o valgo, il contatto tra le ossa avviene in un area ristretta e la cartilagine tende a diventare più sottile in maniera non omogenea.

In questo caso alcuni ortopedici preferiscono intervenire con un osteotomia per correggere il difetto. Se è possibile, l'ortopedico inserisce una protesi monocompartimentale, cioè in un solo osso del ginocchio: mediale, laterale o femoro-rotuleo. 
Oggi, i progressi della ricerca scientifica hanno permesso di creare delle "mini" protesi, cioè con l'intervento si sostituisce solo la superficie dell'articolazione, senza penetrate molti centimetri all'interno dell'osso.
Il protocollo da seguire nella riabilitazione dev'essere concordato con il medico in base a:
  • il tipo di protesi impiantata;
  • alla tecnica chirurgica applicata;
  • alla presenza di esiti cicatriziali.
Generalmente il ricovero dura 7-10 giorni dall'intervento, ma nel caso di riprotesizzazione, il tempo di permanenza in ospedale è maggiore. 
In questo periodo, la riabilitazione è fondamentale, il paziente deve riuscire ad alzarsi dal letto e camminare autonomamente con i bastoni canadesi prima di essere dimesso. 
La mobilizzazione passiva e attiva dev'essere iniziata fin dai primi giorni, bisogna lavorare sull'articolazione dell'anca e della caviglia per rafforare la coscia e il polpaccio. 
Quando il paziente torna a casa, deve continuare la riabilitazione per circa 2-3 mesi prima di poter ritornare alla normale vita quotidiana.

In caso di protesi cementata, si può caricare sull'arto operato tutto il peso corporeo anche dopo pochi giorni dall'intervento perché non si deve attendere il tempo necessario alla fissazione dell'impianto.
Se la protesi non è cementata dopo pochi giorni è concesso solo il carico sfiorante, poi gradualmente si arriva al carico completo.    
Chiedi aiuto al dr. Defilippo nel suo forum.


Dr. Massimo Defilippo Fisioterapista
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