venerdì 15 marzo 2013

Frattura del braccio

Come avviene?

Frattura dell'omero significa rottura dell'osso del braccio,  può verificarsi nella regione superiore, centrale o inferiore dell'osso.
La parte superiore comprende il collo anatomico, il collo chirurgico, il trochite, il trochine e la testa dell'omero.
Generalmente, la frattura del braccio si verifica negli anziani che soffrono di osteoporosi quando https://www.fisioterapiarubiera.com/cura/sintomi-dell-osteoporosi-e-cura/cadono o scivolano a terra sulle mani.
Se la rottura del braccio avviene nella parte superiore è possibile che si lussi la spalla, quindi il quadro clinico si aggrava.
La lesione della diafisi dell'omero (la parte centrale) colpisce più spesso gli adulti e il meccanismo di rottura è un trauma diretto.
Le fratture della parte superiore del gomito capitano quasi esclusivamente a bambini e adolescenti, quando cadono con il gomito in iperestensione.


Quali sono i segni e i sintomi?

Il soggetto si presenta in pronto soccorso con il braccio attaccato al torace e il gomito flesso per paura del dolore che è molto intenso e insopportabile.
I segni consistono nell'edema a livello della frattura e nell'ematoma che si estende nella parte interna del braccio e nel torace.
Il braccio non si riesce a muovere ed è possibile avvertire un rumore di ossa che "grattano" tra loro. Se la frattura è scomposta, è possibile che si veda sporgere una parte del braccio.




Quali sono le complicazioni?

Le complicanze immediate sono lo shock ipovolemico, cioè un drastico calo del sangue circolante che può portare allo svenimento.
È necessario fare attenzione alla possibile formazione di tromboflebiti, ovvero la nascita di coaguli di sangue che ostruiscono le arterie.
Dai trombi possono originare gli emboli, cioè questi coaguli si staccano, vanno in circolo e possono chiudere le arterie del corpo.
Le fratture che comportano maggiori rischi sono quelle superiori, nella regione vicina alla scapola e alla clavicola, mentre una lesione a livello del gomito è caratterizzata da rischi minori.
Le complicanze associate al trauma sono la lesione di nervi, muscoli e vasi sanguigni.
Lungo la diafisi dell'omero decorrono i nervi: radiale, mediano e ulnare, quindi sono soggetti a stiramento o lesione in caso di frattura scomposta.
Le arterie possono essere fortemente danneggiate soprattutto in caso di frattura del collo anatomico dell'omero, possono causare una necrosi vascolare, cioè il blocco della circolazione sanguigna in una regione corporea; dove non arriva il sangue non c'è vita.
L'arteria più frequentemente colpita è l'arteria brachiale.
Una frattura scomposta può causare la lussazione della spalla, lo strappo dei tendini della cuffia dei rotatori  oppure dei muscoli del braccio: bicipite, brachiale, tricipite e deltoide.
Tra le complicazioni tardive c'è la formazione di una pseudoartrosi, cioè non avviene una consolidazione corretta o si forma un callo fibroso al posto di quello osseo.  

Qual'è la prognosi?

Il tempo di recupero dipende dal tipo di frattura, se è composta può guarire completamente in 2/3 mesi, ma se è scomposta con molti frammenti può essere necessario un intervento chirurgico.
In questo caso l'ortopedico fissa una placca o un endoprotesi che tiene uniti i frammenti.
Se il soggetto è anziano non sempre è possibile il recupero completo dell'articolarità, il braccio rotto potrebbe non essere più in grado di muoversi come l'arto sano.
In caso di frattura scomposta, per recuperare completamente il movimento e ritornare ai livelli pre-trauma sono necessari alcuni mesi, in particolare per riuscire a compiere correttamente le rotazioni della spalla.
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Cosa fare? Qual'è la terapia adatta?

L'ortopedico può consigliare l'intervento chirurgico per evitare danni importanti o per riuscire a recuperare l'articolarità, poi si inizierà un percorso riabilitativo  per guarire completamente. In caso di frattura composta, si dovrà portare un tutore o un gesso ancorato al collo per un mese circa, in modo da permettere il consolidamento dell'osso.
La terapia migliore per aiutare a consolidare l'osso è la magneto terapia che può dimezzare i tempi di recupero.
Quando si toglie il gesso, viene ripetuta la radiografia di controllo.
Se l'ortopedico ritiene che il processo di formazione del callo osseo è iniziato e non ci sono rischi di pseudoartrosi, consiglierà alcuni cicli di fisioterapia per recuperare la forza, il movimento e la coordinazione.
Gli esiti possibili sono:
  • la viziosa consolidazione (rara);
  • la limitazione funzionale (frequente), infatti gli anziani non riescono a recuperare completamente il movimento, in particolare l'elevazione del braccio.


 
Dr. Massimo Defilippo Fisioterapista Tel 0522/260654 Defilippo.massimo@gmail.com P. IVA 02360680355
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